GENOVA - La tragedia di Ischia, con la frana di Casamicciola che ha provocato almeno 8 morti e ancora diversi dispersi, ripropone il problema del rischio idrogeologico del nostro Paese, delle politiche di prevenzione e di quelle di Protezione civile. Tutti temi ben noti in Liguria, dopo le alluvioni e le mareggiate degli anni scorsi che hanno messo a dura prova un territorio di per sè già molto fragile, ancora oggi.
"Nella nostra piccola regione - spiega il presidente Giovanni Toti - stiamo monitorando, attualmente, ben 10mila frane. Il nostro è un Paese delicato, bisogna lavorare sulla prevenzione e mettere in atto quei provvedimenti che spesso, quando passa l'emergenza, le stesse popolazioni delle aree interessate dalle catastrofi vivono come imposizioni. E invece - aggiunge Toti - dovremmo mettere limiti alle edificazioni, costringere persone a andar via dalle zone a rischio, iniziate a investire per la prevenzione delle emergenze, e mettere in sicurezza anche i piccoli corsi d'acqua, come abbiamo fatto a Genova con il Rio Ferregiano e lo scolmatore del Bisagno".
In Liguria, dopo le grandi alluvioni del 2011 e del 2014 che hanno interessato soprattutto il capoluogo e le Cinque Terre, l'allora governo Renzi istituì l'unità di missione "Italia Sicura", "che a noi - ricorda Toti - ha permesso di raggiungere grandi risultati, come la messa in sicurezza di tutta la città di Genova. Bisogna andare in questa direzione: mappare le zone a rischio e iniziare a renderle sicure. Dobbiamo fare quello che un grande architetto come Renzo Piano ha definito 'un rammendo'. Non possiamo aspettare di risarcire il danno con gli interventi della Protezione civile".
IL COMMENTO
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