GENOVA - "Il territorio del nostro Paese, in particolare quello di regioni come la Liguria, è fragile e costantemente esposto a eventi di questo tipo. Basti pensare che in Italia il 93% dei comuni è a rischio dissesto idrogeologico e in Liguria questo numero sale al 100%: siamo la regione con i valori più elevati di popolazione, edifici, imprese e beni culturali esposti a rischio frane e alluvioni". La denuncia arriva da Valentina Ghio, deputato Pd, e da Fabrizia Pecunia, sindaco di Riomaggiore e responsabile ambiente Pd, dopo la tragedia di Ischia.
Le due esponenti dem sostengono con forza la necessità di una legge nazionale "che affermi con forza il valore del suolo come bene comune: bisogna accelerare l’iter di approvazione della legge contro il consumo del suolo arenata in Parlamento, presso le commissioni congiunte Ambiente e Agricoltura - dicono Ghio e Pecunia - attuare il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e contrastare ogni possibile condono edilizio per mitigare il rischio idrogeologico e mettere il più possibile in sicurezza il Paese".
"La fragilità del territorio ligure - proseguono le due rappresentanti del Pd- impone la costruzione di una strategia regionale per la mitigazione del rischio idrogeologico che punti sulla prevenzione e non su interventi ex post, come avviene oggi. Sarebbe maturo riconoscere agli agricoltori il loro valore di presidio del territorio e creare un’alleanza che li veda protagonisti non solo della produzione di alimenti sani e salubri, ma anche coadiutori nella tutela del paesaggio e nella prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico. La Liguria con i suoi versanti, i suoi terrazzamenti agricoli e i boschi, ha bisogno di una manutenzione costante dei muri a secco e dei sistemi di drenaggio, per questo bisognerebbe riconoscere agli agricoltori un ruolo di eccellenza e di priorità nella collaborazione con i soggetti pubblici per la corretta gestione delle risorse idriche, della manutenzione del reticolo idrografico e delle pendici collinari. Creando un sistema che incentivi a utilizzare pratiche agronomiche che riducano il rischio idrogeologico e contrastino il dissesto", concludono Ghio e Pecunia.
IL COMMENTO
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