GENOVA - È partita ieri sera alle 19 la serrata dei benzinai e terminerà sempre alle 19 di domani, giovedì 26 gennaio. Lo sciopero è stato indetto dopo la decisione assunta dal governo di obbligare i titolari delle pompe a mostrare il costo medio dei carburanti con il decreto "trasparenza dei prezzi", nato per gestire la speculazione dei prezzi della benzina.
La protesta riguarderà anche gli impianti self-service, ma assicurerà comunque i servizi minimi essenziali: potrebbero invece restare aperti gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere. Nelle scorse ore il ministro alle Imprese e al Made in Italy Adolfo Urso ha incontrato le organizzazioni dei gestori dei carburanti per provare a far revocare la serrata. Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa, Confcommercio hanno esaminato e valutato le proposte ma lo sciopero è stato confermato. Le audizioni erano partite da ieri pomeriggio alle 15 con il governo. Nelle locandine mostrate nei vari distributori si legge che la chiusura nasce per “protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria”, definendo inefficaci i provvedimenti del governo.
“Esecutivo che continua a penalizzare solo i gestori, senza tutelare i consumatori”. La deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo, vicepresidente della X Commissione ‘Attività produttive, Commercio e Turismo’, intervenuta a Primocanale, ha confermato i serrati confronti che si stanno svolgendo negli ultimi giorni. “Noi in commissione porteremo avanti non soltanto le audizioni ma anche la possibilità di recepire le richieste che sono state espresse dalle categorie al governo”. E poi c’è la questione del merito, quella che spiega da dove nasce la decisione presa dal governo Meloni. “Questo decreto stabilisce i cartelli, le sanzioni, ma anche un meccanismo per cui l’accisa viene ridotta con l’aumento dei prezzi grazie all’iva, che a sua volta viene introitata con i prezzi maggiorati. Si introduce così un meccanismo con cui le accise vengono ridimensionate”.
Il decreto al momento è in fase di discussione e non è ancora arrivato in parlamento. All’interno si trovano anche sostegni per le famiglie più in difficoltà e buoni fino a 200 euro per i lavoratori dipendenti. “La nostra posizione (Noi Moderati ndr) è sempre stata quella di sostenere l’iniziale scelta del governo perché nel risparmio di queste accise si è potuto agire sulle fasce deboli della nostra popolazione – prosegue Ilaria Cavo –, che è quello che più conta per noi in questa fase complicata che il Paese sta vivendo. Le prossime ore saranno comunque importanti”.
IL COMMENTO
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