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Le famiglie con gli inoccupabili dovrebbero prendere un importo più alto ed averlo per un anno e mezzo, mentre le famiglie con persone occupabili dovrebbero avere al massimo 375 euro al mese
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di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - Botta e risposta senza esclusione di colpi al “Programma politico di Primocanale” tra la deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo e il senatore del Mov5s Luca Pirondini. Motivo di scontro il reddito di cittadinanza che diventerà Mia, misura di inclusione sociale, il sussidio per persone in difficoltà economica e lavorativa. Gli occupabili riceveranno meno risorse, con il tetto Isee che si abbasserà di circa 2 mila euro, e per meno tempo a disposizione. Passerà infatti da 9.360 euro a 7.200 euro, con il valore del sostegno statale che andrebbe a modularsi a seconda della situazione familiare dei beneficiari, sia per importo che per durata. Le platee, come già deciso con la legge di bilancio, sarebbero principalmente due: nuclei familiari poveri senza occupabili e nuclei con persone occupabili.

Le famiglie con gli inoccupabili dovrebbero prendere un importo più alto ed averlo per un anno e mezzo, mentre le famiglie con persone occupabili dovrebbero avere al massimo 375 euro al mese, contro i 500 euro attuale e al massimo per un anno. Il lavoro sarà al centro e al primo rifiuto i beneficiari perderanno l'agevolazione. Che qualcosa non sia funzionato, nel Rdc, non è un segreto, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei cosiddetti navigar. Un investimento che non ha reso come avrebbe dovuto. "Nessuno ha mai detto che il reddito si dava a qualcuno senza farlo lavorare, a parte il centrodestra - accusa il senatore Luca Pirondini -. È infatti stato stanziato un miliardo di euro dal governo Conte per assumere 11 mila persone nei centri per l'impiego, e questa operazione la dovevano fare le Regioni che hanno assunto solo 4 mila persone. Considerando che sono amministrate quasi tutte dal centrodestra mi chiedo: non è che questa misura è stata alla fine boicottata?"

Quesito che la deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo rimanda al mittente. Lo scontro, tra i sostenitori e i detrattori del reddito riguarda la forma di assistenza economica erogata. Il governo ribadisce l’intenzione di aiutare le persone più in difficoltà ma non a fondo perduto, perché chi può lavorare deve farlo. "Noi abbiamo sempre detto e continuiamo a dire, parlo per il gruppo che rappresento, che bisogna continuare a dare il sussidio a chi necessita del sussidio, perché questa misura è attenta anche al numero dei figli presenti - spiega la deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo -. Per chi può lavorare, per il cosiddetto occupabile, questa deve essere una misura finalizzata all'occupazione, con l'offerta del lavoro che deve arrivare dal centro per l'impiego, dal portale online, dai corsi di formazione professionali. Tutto questo deve portare all'occupazione. Quando si parla di tagli bisogna guardare in maniera più ampia, ma in certe situazioni si devono fare delle scelte per capire su cosa intervenire".

Tagli, che accusa Pirondini, "sono stati fatti nelle tasche dei più poveri, mentre invece sono state graziate le squadre di calcio". Il professore ordinario di Diritto comparato all'Università degli Studi di Genova e alla Bocconi di Milano Lorenzo Cuocolo cita l'articolo 38 della Costituzione, dove vengono distinti gli occupabili dai inoccupabili. "Ogni cittadino che è inabile al lavoro ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale, i lavoratori ne hanno diritto in caso di disoccupazione - ha fatto presente il prof. Lorenzo Cuocolo a Primocanale -. La distinzione non è una novità, non è un'invenzione del Governo o del reddito di cittadinanza, ma è un'invenzione della nostra costituzione. È necessario quindi distinguere tra chi non può lavorare e chi invece può lavorare con un sussidio temporaneo per poi essere inseritito nel mondo del lavoro". E mentre la politica si divide, al ministero del Lavoro è al vaglio la bozza che dovrà poi essere discussa in Parlamento e diventerà attiva a partire da settembre. Come dire, ci sarà ancora tempo per apportare modifiche e discutere, animatamente

 

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