Politica

Bonavota si nascondeva nella nostra regione ed è stato arrestato mentre si trovava all'interno della cattedrale di San Lorenzo a Genova
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di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - "L'arresto a Genova del boss 'ndraghetista latitante Pasquale Bonavota dimostra ancora una volta la centralità della Liguria, non solo nei traffici di droga nei porti, ma anche nelle trame organizzative della criminalità organizzata". Così il presidente della Commissione regionale Antimafia della Liguria Roberto Centi sulla notizia dell'arresto di Pasquale Bonavota.

"Stiamo parlando di un mafioso ricercato e inserito nella lista dei quattro latitanti di massima pericolosità ricercati dal programma speciale di ricerca del Ministero dell'Interno – spiega Centi -. L'unico soggetto rimasto latitante a seguito dell'operazione Rinascita-Scott che il 19 dicembre 2019 aveva portato all'arresto di 334 persone ritenute appartenenti alle strutture 'ndranghetiste della provincia di Vibo Valentia. Indagine dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri".

Bonavota si nascondeva in Liguria ed è stato arrestato mentre si trovava all'interno della cattedrale di San Lorenzo a Genova. "La notizia, però, non deve sorprenderci. Già a gennaio, raccogliendo le indicazioni scritte nella relazione annuale della Dia, come Commissione Regionale Antimafia avevo posto l’attenzione sui fortissimi interessi della cosca vibonese Bonavota sulle aziende edili nella zona tra Chiavari e Deiva Marina" ha aggiunto Centi.

"A nome mio e della Commissione che ho l’onore di presiedere - conclude Roberto Centi - vorrei anche ringraziare le Forze dell’ordine e la magistratura per il lavoro svolto. Un lavoro di cui troppo spesso non si parla, o si parla poco, ma che ha un valore enorme nella quotidiana lotta contro la criminalità organizzata".

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