Politica

La risposta dell'avvocato savonese parte con una premessa: tengo un profilo basso perché parlare di ricette e insegnamenti che posso dare agli altri mi mette a disagio
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di Giorgia Fabiocchi

SAVONA - È stato soprannominato "il modello Marco Russo", quel modello vincente che ha permesso al primo cittadino di centrosinistra, nell'autunno del 2021, di riconquistare Savona. Attualmente unico capoluogo di provincia non amministrato dal centrodestra, Savona è un esempio citato spesso dagli esponenti nuovi e vecchi della sinistra per tornare a vincere e per provare a riprendersi le roccaforti rosse.

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E allora sono in molti, noi in primis, a chiedere al sindaco Russo qual è la ricetta per tenere insieme anime di colori diversi, che hanno permesso di vincere nella città della Torretta. La risposta dell'avvocato savonese parte con una premessa: tengo un profilo basso perché parlare di ricette e insegnamenti che posso dare agli altri mi mette a disagio.

"Noi abbiamo fatto un'esperienza che è andata bene, è stata preziosa e interessante e l'abbiamo fatta calibrandola sulla nostra città ma portando avanti anche un'esperienza innovativa che può dare qualche spunto per riflessioni di altro genere" spiega a Primocanale il sindaco di Savona Marco Russo. Più che di ricetta quindi, Russo preferisce parlare di esperienza. "Esperienza che parte dal basso e che ha un radicamento sulla realtà concreta, in modo stimolante e proficuo. Abbiamo letto la nostra città, la situazione dei soggetti politici presenti introducendo elementi di novità".

Spesso si parte dai nomi, da un candidato o da un leader che possa rappresentare e trainare un partito, una coalizione. Ma secondo il sindaco di Savona invece, è necessario partire da un progetto, per poi confluire su una persona che lo possa impersonare al meglio. "Credo che nel centrosinistra ci sia sempre un problema di tempistiche ma in questo caso bisogna invertire l'ordine dei fattori. La mia figura ha fatto sintesi, ma prima siamo partiti da un insieme di idee, da un progetto, che collocato in un contesto diverso non avrebbe prodotto lo stesso esito - analizza Russo -. Bisogna proporre una proprio visione di realtà per governare, con una narrazione che sia di sostanza. È necessario coinvolgere le persone e farle sentire protagoniste".

E allora, facendo un passo indietro, ripercorriamo come è nata l'ascesa di Marco Russo. Il candidato sindaco era partito da un documento di visione, "ci prendevano in giro perché dicevano che era un documento astratto ma in realtà era l'unico modo per fissare paletti di principio per poi svilupparli attraverso progetti completi". Nell'aria si sentiva, come tiene a rimarcare il sindaco, "una voglia di partecipare alla politica che era inedita". Era nato così un progetto di visione, al quale si è aggiunta la voglia e la capacità di coinvolgere le persone, con un candidato che poi sia in grado di incarnare coerentemente quella visione.  

Allora sindaco, lei pensa che sia ancora possibile la rinascita del campo largo?

Io credo che sia necessario invertire la logica del campo largo con una discussione sulle alleanze, perché così la discussione riguarderebbe una cerchia molto ristretta di cittadini, lasciando tutti gli altri spettatori passivi perché non interessati da giochi che non appartengono alle persone. Bisogna partire da un progetto che coinvolga le persone, con tutte quelle forze politiche che vorranno partecipare a questo percorso. Io non l'ho scelto all'inizio con chi allearmi, ma successivamente è nata un'alleanza dai riformisti alla sinistra, da Rifondazione ad Azione, con pezzi della città messi al servizio di un progetto più ampio. Tutto questo è stato possibile mettendo insieme tanti soggetti civici che hanno coinvolto realtà cittadine che i partiti non raggiungono. Non sono stato io, per esempio, a non volere il Movimento Cinque Stelle, è stata una loro scelta legittima. Come ho aperto da subito le porte ad Azione e alla sinistra. Siamo partiti dal progetto e tutto è venuto di conseguenza.

E quindi non posso non chiederle come sta andando la gestione della giunta?

Le cose stanno andando molto bene perché la solidità dell'impostazione originaria ha consentito di formare una giunta espressiva di questa ampia alleanza, e molto coesa. C'è una grande solidarietà di intenti tra i membri della giunta ma anche con la maggioranza, perché tutti vogliamo portare avanti quella visione che abbiamo proposto ai cittadini, che l'hanno voluta e l'hanno votata.

 

 

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