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Il presidente risponde a Tajani: "Nel nostro ordinamento regionale non esistono vincoli. E' così anche in Veneto, infatti Zaia è stato eletto tre volte"
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di Matteo Cantile

GENOVA - La polemica sul 'terzo mandato' dei presidenti di Regione non si applica alla Liguria: lo ha detto il governatore Giovanni Toti, entrando nella discussione che si è accesa a livello nazionale dopo le parole del leader di Forza Italia e Ministro degli esteri Antonio Tajani.

In Liguria, come del resto nel Veneto dove Zaia è già al terzo mandato, non esiste il vincolo che è presente in altri ordinamenti regionali – dice Toti – dunque da noi è perfettamente possibile che un presidente si candidi e venga eletto anche per la terza volta. Se il Governo dovesse introdurre un limite con legge nazionale la stessa, non potendo avere valore retroattivo, si applicherebbe da noi a partire dal 2030, su questo abbiamo raccolto pareri giuridici concordi e autorevoli”.

Tra le righe, insomma. Toti conferma la propria intenzione di ripresentarsi alle elezioni regionali del 2025, forte peraltro dell'appoggio già incassato da Fratelli d'Italia (e quello, molto probabile, anche dI altri partiti e liste della coalizione di centrodestra).

Un punto di domanda è rappresentato però da Forza Italia, il cui leader nazionale, Antonio Tajani, si è espresso contro il terzo mandato di governatori e sindaci: “E' necessario un salutare cambio della leadership – ha dichiarato il Ministro degli esteri – ricandideremo invece i nostri presidenti che concludono il primo mandato, Cirio in Piemonte e Bardi in Basilicata”. Tajani non pronuncia, dunque, il nome di Toti: nei giorni scorsi il suo partito, a livello locale, aveva parlato di un possibile rientro di Toti nel partito, a patto che non si consideri un generale; la risposta del governatore non si era fatta attendere: Non ho intenzione di bussare ad alcuna porta che non sia la mia”.

Ma Toti, al di là della situazione personale, è anche molto critico nei confronti della posizione complessiva del Governo sul terzo mandato: “Trovo incoerente – spiega il governatore ligure – che il Governo stia discutendo l'ipotesi di un premierato senza limiti, potenzialmente anche a vita se gli elettori lo vorranno, e contemporaneamente immagini vincoli e limiti per i sindaci e i presidenti di Regione. Già oggi la situazione è assurda: uno può essere nominato ministro per tutta la vita ma non sindaco, persino al Quirinale abbiamo avuto un Presidente al secondo settennato. Lo si dica, allora, che tra Roma e i territori si usano due pesi e due misure”.

Toti invoca anche una complessiva riforma elettorale: “Togliere ogni vincolo sul numero dei mandati e reintrodurre una forma di elezione diretta anche dei parlamentari, con collegi o preferenze, insieme alla elezione diretta del premier. Gli attuali meccanismi di voto non hanno migliorato la nostra classe dirigente a Roma, anzi, il contrario. Una classe dirigente scelta dal vertice, senza nessun rapporto col territorio in cui viene eletta, rischia di vedere sempre coma una minaccia coloro che sono scelti col consenso diretto. E questo indebol