GENOVA - La visita di Giuseppe Conte nel capoluogo ligure ha provocato la reazione politica di Italia Viva e della Lista Toti. La coordinatrice nazionale di Iv ha commentato l'arresto di Toti, chiedendo però di non bloccare le opere, da una parte, dall'altra invece ha definito Conte "uno sciacallo". "Sono sempre stata politicamente contro Giovanni Toti, mi sono sempre candidata in alternativa a lui. Promuovere manifestazioni con il solo fine di fermare le grandi opere a Genova è però un atto gravissimo". Lo dice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. "Chiedere di cancellare i progetti delle grandi opere che servono alla città è un atto irresponsabile - prosegue Paita -: Genova e la Liguria aspettano ormai da troppo tempo interventi indispensabili. Anche in questo caso Giuseppe Conte da vero sciacallo vorrebbe rubare il futuro di Genova per ottenere una manciata di voti in più alle prossime elezioni. Il populismo e la demagogia hanno già fatto troppi danni, è l'ora di dire basta. Noi siamo per una verifica puntuale sulla correttezza delle procedure e eventualmente nel loro adeguamento ma non per paralizzare una regione".
Le parole del presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, sull'arresto del governatore (sospeso) Giovanni Toti, hanno provocato la reazione anche della Lista Toti, attraverso le parole della coordinatrice regionale Ilaria Cavo e del capogruppo in consiglio regionale Alessandro Bozzano. "Giuseppe Conte, a Genova per urlare la sua sentenza già scritta, per chiedere una condanna anche politica e morale per chi, non fosse altro per rispetto dei principi democratici sanciti dalla nostra Costituzione, è tutt'ora innocente, rappresenta la perfetta sintesi del giustizialismo che contraddistingue il Movimento 5 Stelle e neppure rispetta il lavoro stesso della magistratura". Questa la posizione di Ilaria Cavo, coordinatrice della Lista Toti e di Alessandro Bozzano, capogruppo in Regione, in merito alle accuse rivolte oggi da Giuseppe Conte durante la sua presenza a Genova. "Cavalcare gli accertamenti e i provvedimenti, chiedere le dimissioni, ergersi giudice e capofila degli sciacalli, peraltro pure contestato in corteo, è cosa gravissima che qualifica chi la fa. Non che ci aspettassimo molto di diverso, sapendo che noi rimaniamo molto diversi, ovvero garantisti. Noi non intendiamo commentare né tantomeno criticare il lavoro dei magistrati, ma non possiamo che chiedere un atteggiamento responsabile e non una triste strumentalizzazione dell'inchiesta in corso da parte di tutti i protagonisti della vita politica”, concludono Cavo e Bozzano ribadendo "vicinanza e fiducia nel presidente Giovanni Toti".
IL COMMENTO
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