Politica

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di Stefano Rissetto

Si va verso la "giornata elettorale", col voto delle amministrative (tra cui le comunali di Genova, La Spezia e Chiavari) accorpato al voto sui referendum sulla giustizia, in un giorno tra il 15 aprile e il 15 giugno, con gli eventuali ballottaggi a due settimane di distanza. Proprio sull'accorpamento c'è divergenza di vedute: chi spinge per il voto referendario in occasione del primo turno, chi per il ballottaggio. A decidere la data sarà il ministro degli Interni per decreto, ovviamente d'intesa con la presidenza del Consiglio.

La richiesta al governo di accorpamento è arrivata attraverso un ordine del giorno al Milleproroghe, presentato alla Camera dalla Lega e approvato con il contributo di tutti i gruppi: su 380 presenti, 372 hanno votato sì, contro 7 no e 1 astenuto.

A spingere per quello che col solito anglismo taluni chiamano "Election Day" (forse su suggestione dell'omonimo singolo degli Arcadia, cioè tre dei Duran Duran senza John né Andy Taylor, uscito nel 1985), anche ragioni legate alla pandemia tuttora in corso: fare un'unica tornata e a primavera inoltrata - tenendo aperte le finestre dei seggi - attenuerebbe il rischio di contagi.

Con l'approvazione dell'ordine del giorno, la Camera impegna il governo a valutare questi aspetti, "al fine di prevedere che le elezioni amministrative del 2022 e i referendum sulla giustizia si svolgano in un'unica tornata". Il tema del quorum referendario è legato alla complessità tecnica dei quesiti ammessi dalla Consulta, che aveva bocciato i referenda sul suicidio assistito e sull'antiproibizionismo: gli elettori potranno esprimersi sulla separazione delle funzioni fra giudici e pm, sulle modalità di voto nei consigli giudiziari e di elezione del Csm, sull'abolizione della cosiddetta "legge Severino" sull'incandidabilità dei condannati, legge così chiamata dal nome del Guardasigilli del governo Monti che ne curò la definizione, e sulla possibilità di limitare la custodia cautelare.