GENOVA -"Il sindaco di Genova Bucci sbaglierebbe ad appropriarsi dei meriti della ricostruzione del nuovo ponte, perchè non è stato merito suo ma dell'intera nazione, quell'opera è stata possibile grazie a una straordinaria azione corale".
Parte con una velata critica al primo cittadino di centro destra di Genova la disamina di Pier Luigi Bersani, leader di Liberi e Uguali, uno dei partiti della galassia di centro sinistra che appoggia Ariel Dello Strologo alla corsa per il sindaco di Genova.
Lo sbarco a Genova del leader di Liberi e Uguali nel nuovo teatro Akropolis di Sestri Ponente era stato fissato mesi fa per parlare di lavoro e celebrare i cento anni del Partito Comunista, ma di fatto si trasforma in un sostegno alla candidatura di Ariel Dello Strologo, che pure non sale sul palco dove ci sono il ministro del Lavoro Orlando, il parlamentare europeo Pd Benifei e il moderatore, il giornalista Matteo Macor.
Bersani sottolinea la sua soddisfazione per l'unità ritrovata della sinistra a sostegno di Dello Strologo sindaco: "Si sta delineando uno schieramento per questa candidatura alla quale partecipiamo con grande convinzione, siamo anche qui per parlare di lavoro, Genova è una patria del lavoro italiano, che va meglio garantito, c'è troppa precarizzazione, troppi contratti pirata, disuguaglianza salariale e dei diritti e così via. Certo, non sono temi da consiglio comunale però è molto importante che questo schieramento progressista di centro sinistra mostri questa battaglia e di avere il punto di vista dei lavoratori sulle prospettive di questa città".
Poi ad una domanda sull'operato di Bucci risponde così:
"Tocca ai genovesi dirlo, io da osservatore esterno dico che Genova ha reagito bene a quello che è successo, ma ha reagito in condizioni straordinarie e con una serie di normative e di presenze non replicabili, diciamolo pure. Dunque quel di buono è successo a Genova è stata una reazione corale, credo sarebbe sgarbato se qualcuno se ne intestasse perché un fatto nazionale, mentre invece esistono tanti problemi nella vita comune che devono essere visti dal punto di vista di un cambiamento e rinnovamento, e il nostro schieramento darà una mano".
Genova che città è per lei, un ricordo?
"Ne ho troppi di ricordi. Genova per me, che sono padano, e che però faccio prima ad arrivare a Genova che in Romagna è il posto dove la pianura si apre al mare e questa città bianca, mediterranea, dico bianca perchè facendo il militare in Sardegna quando riuscivo ad avere una licenza, e arrivavo da Sassari con il traghetto vedevo sta cosa bianca, ecco mi sembrava veramente di tornare a casa, mi sembrava di essere un cittadino del Mediterraneo e poi ti viene in mente che questa cosa l'ha detta De Andre un po' meglio di me...".
La guerra?
"Posto che l'aggredito va aiutato, bisogna capire perché lo si aiuta, perché è nel diritto, ma anche perché stando in piedi possa negoziare e avere un compromesso e chiuderla questa guerra e immaginare un futuro in cui si possa ragionare su una sicurezza comune fra Europa e Russia, invece mi pare che ci sia qualcuno che la pensa diversamente e che bisogna andare avanti affinchè si veda chi è il vincitore e chi è il vinto, no e, perchè questo preparerebbe trent'anni di guerra fredda, invece noi dobbiamo pensare anche al dopo perché ti fa capire cosa fare adesso. Noi dopo vogliamo un patto di sicurezza comune che possa consentire di parlare in amicizia in tutto il continente e anche con la Russia, per questo per me è importante che l'Ucraina sia in piedi e che abbia la forza per ottenere un negoziato e un compromesso, vediamo se la pensiamo tutti così fra Europa e Stati Uniti".
Ma Putin è comunista?
"Per l'amor di Dio, non diciamo... Gorbaciov... Gorbaciov accettò una sconfitta storica senza spargere una goccia di sangue e aveva le atomiche, dovrebbero dargli sette premi Nobel, se allora noi, Stati Uniti eccetera avessimo fatto un piano Marshall per la Russia di allora noi non avremmo Putin adesso, Putin è un nazionalista aggressivo, un revascista imperiale".
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