Si è aperta oggi 25 maggio a Gaeta la seconda edizione del Summit Nazionale sull’Economia del Mare - Blue Forum che si concluderà sabato 27. All’apertura dei lavori è intervenuto Giovanni Acampora – Presidente Assonautica, Si.Camera, Camera Commercio Frosinone Latina, in rappresentanza degli organizzatori dell’evento per il saluto alla platea, al quale sono seguiti quelli dei rappresentanti delle istituzioni.
Dopo “Le istituzioni per il Piano del Mare”, è intervenuto il Presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, che ha ricordato che “il valore del settore industriale è abbastanza noto, il 2022 si è chiuso con il record assoluto di produzione di 7 miliardi di euro, con una crescita per la cantieristica tra il 15% e il 20% rispetto al 2021, e il record di export, che traguarda i 3,4 miliardi. Meno conosciuto è invece l’impatto sulle economie costiere dall’indotto economico generato dalla nautica - dall’uso, dalla manutenzione e dall’ormeggio della barca - e quello della spesa turistica del diportista”.
La filiera conta quasi 19.000 unità locali di produzione, per un valore aggiunto di oltre 11 miliardi di euro e più di 187.700 occupati. Per ogni addetto alla produzione del comparto, si attivano 9,2 posti di lavoro; ogni euro investito nella produzione ne attiva 7,5, come rilevato da Fondazione Edison e Fondazione Symbola, partner scientifico di Confindustria Nautica. Ogni 3,8 posti barca si genera 1 occupato nell’indotto turistico, con una media di 71 occupati per ogni approdo turistico. Non solo, la spesa sul territorio del diportista è il doppio di quella del turista di albergo.
“Sono moltissime e validissime le ragioni per sostenere questo settore, nell’interesse generale del Paese e della sua prosperità – ha continuato Saverio Cecchi. Per questo nautica, turismo nautico e sport acquatici hanno bisogno di avere maggiore peso perché le politiche del mare non siano solo politiche di navigazione mercantile.
Cecchi ha poi concluso: “Ascoltando gli interventi delle Categorie al Comitato costituito dal Ministro delle politiche del Mare, rilevo alcuni temi trasversali, che interessano più dicasteri e impattano su mercantile, crocieristica, nautica e turismo e sono il presupposto di qualsiasi politica di sviluppo: i dragaggi dei porti, le regole delle concessioni degli operatori, la competitività fiscale del cluster, le regole di accesso del personale e degli ospiti che imbarcano o sbarcano in Italia, la tutela ambientale che deve coniugare conservazione e fruizione consapevole. Su questi temi serve una cabina di regia, per mettere in campo politiche competitive con gli altri Paesi europei e per coordinare la riduzione dei tempi della burocrazia e dal Governo ci aspettiamo risposte operative”.
IL COMMENTO
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