GENOVA - Il disegno c'è già, nei cassetti dell'Autorità di sistema portuale e in quelli di Psa: spostare tutto il traffico merci dal porto di Sampierdarena a Prà, cioè terminal Sech ma anche calata Bettolo ci starebbe a livello di spazi. E destinare il bacino di Sampierdarena solo ai passeggeri, ampliando lo spazio per traghetti e crociere, con un terminal crociere al Sech, visto anche il trasmonto dell'opzione calata Gadda. L'ipotesi è stata per ora accantonata ma ogni tanto risorge.
Il problema sono i riempimenti che sarebbero necessari a Prà, che già tanto ha sofferto, a livello di quartiere, per la vicinanza con il porto. "Io è da anni che lavoro con la fondazione Primavera e il quartiere, la situazione della zona è cambiata completamente, oggi è bella. Non farei mai nulla contro questo quartiere" precisa subito Gilberto Danesi, presidente del cda di Psa, che incontriamo nel suo ufficio vista terminal, dove tre delfini saltano a pochi metri dalla banchina. "Il disegno c'è, ma a noi il terminal Sech serve, serve soprattutto ora con il caos che c'è: se non avessimo lo spazio del Sech avremmo le navi in rada, qui a Prà, ad aspettare". Ma se ve lo chiedessero, di rinunciare al terminal Sech di Sampierdarena per consentire che in quegli spazi venga realizzato un nuovo terminal crociere, rispondereste un no secco o ne potreste discutere? "Ne potremmo discutere".
Quali sono le priorità per il porto in questo momento storico? "Il completamento dei sei binari a Prà, che ci consentano di fare treni da 750 metri e il quadruplicamento della tratta Tortona-Milano, senza cui anche il Terzo valico sarà inutile" chiude Danesi. I tempi per il completamento dei sei binari? "Due anni".
IL COMMENTO
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