Porto e trasporti

Da Suez passa il 44% dell’import-export italiano con un valore di centocinquanta miliardi di euro. Le preoccupazioni del Presidente degli spedizionieri spezzini
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di Emanuela Cavallo

LA SPEZIA -“La situazione è critica sotto molto punti di vista, noi guardiamo le ricadute sulla logistica e sulla supply chain che stanno già andando sotto stress - spiega il presidente degli spedizionieri spezzini Alessandro Laghezza -. I ritardi approvvigionamenti superano già i quindici giorni e a breve raggiungeranno il mese. Veniamo da due settimane di banchine dei porti quasi deserte e siamo molti preoccupati”.

“Le merci arriveranno, ma con tempistiche diverse e sicuramente vivremo una forte pressione nel momento in cui poi andranno consegnate -. prosegue Laghezza -. Parte delle merci potrebbe scegliere di utilizzare mezzi alternativi, come le vie aeree, il treno per i traffici con la Cina o, optando per nuove rotte, arrivare nel porti del nord via Rotterdam e raggiungere l’Italia via treno. Una fetta dei traffici non arriva nei porti italiani, sia tirrenici che adriatici”.

“La Spezia sta attraversando un periodo della sua storia portuale molto interessante. Sono state pianificati degli investimenti strategici sulle banchine e con il rinnovamento totale dei binari, la Zona Logistica Speciale in definizione e l’area di Santo Stefano Magra in pieno sviluppo. Avendo anche ritrovato coesione tra operatori pubblici e privati come Sistema Porto Spezia si sta avviando un percorso condiviso di crescita. La catena degli approvvigionamenti è sempre più vulnerabile, quindi per le imprese dei polmoni logistici sono preziosi e strategici. Attendiamo dunque la nomina del commissario della ZLS, ma gli spazi e i servizi di fatto esistono già” conclude il presidente degli spedizionieri spezzini.