E' un lunedì nero nei pronto soccorso genovesi, il mix esplosivo è quello di un numero sempre alto di accessi per influenza in persone anziane che si somma alle ormai croniche problematiche del settore dell'emergenza. Alle 10 nei pronto soccorso genovesi sono 370 le persone in cura o in attesa e secondo i dati di PS live tutti i pronto soccorso genovesi, San Martino, Galliera, Villa Scassi ed Evangelico, sono classificati da un colore rosso e la dicitura 'molto affollato'. La quasi totalità di chi si trova in pronto soccorso ha sintomi influenzali e gastrointestinali.
Quanti sono i pazienti in cura nei pronto soccorso genovesi
Alle 10 sono 370 le persone in cura o in attesa negli ospedali genovesi. Nel dettaglio, secondo i dati di PS live, al Galliera di Genova ci sono 86 persone presenti: 81 in cura 5 in attesa, di cui 12 codici rossi, 48 arancioni, azzurro 16, verdi 9 . Al Policlinico San Martino i pazienti arrivati sono 139, tra chi attende (16) e chi è in cura (123): 33 sono codici rossi, 52 arancioni, 41 azzurri mentre 13 sono verdi. Al Villa Scassi ci sono 111 pazienti di cui 95 in cura e 16 in attesa, di questi 8 in codice rosso, 37 arancioni, 46 azzurri, 17 in codice verde e 3 bianchi. A Genova l'ospedale Evangelico di Voltri ha 34 persone in cura di cui 2 rossi, 8 arancioni, 12 azzurri e 12 verdi.
Un altro genovese alla guida dei medici dei pronto soccorso italiani
Dopo Fabio De Iaco un altro genovese si trova alla guida a livello nazionale della società italiana di medicina-urgenza (Simeu) per il triennio 2025-2027. Si tratta del dottor Alessandro Riccardi, laureato a Genova, dirige il pronto soccorso dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure dal 1 febbraio del 2024 dopo aver guidato il pronto soccorso di Imperia per un anno.
"Ogni paziente in pronto soccorso in attesa di un ricovero in reparto rallenta il lavoro di 12 minuti e questo è insostenibile per la dignità dei pazienti e per chi ci lavora". Il neo presidente nazionale della società italiana di emergenza-urgenza (Simeu) cita a Primocanale uno studio inglese per raccontare quello che è uno dei punti nevralgici al centro delle difficoltà dei pronto soccorso italiani, quello che tecnicamente si chiama boarding, e che rappresenta il tempo di permanenza prolungato di pazienti in pronto soccorso, spesso in barella e in corridoi, in attesa di un ricovero in reparto.
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