GENOVA - Il dramma della mamma che si addormenta mentre allatta e soffoca il neonato. Una notizia recente che ha sconvolto l'Italia e ha fatto alzare la guardia su quello che è il rooming-in, ovvero la possibilità che il neonato stia nella stessa stanza della madre subito dopo il parto.
A fare il punto ai microfoni di Primocanale è Graziella Marando, responsabile delle attività organizzative ostetricia e ginecologia dell'ospedale Villa Scassi di Genova. Il rooming-in, come il co-sleeping, è una tecnica che rafforza il legame tra madre e figlio: per questo le società scientifiche si stanno muovendo in sua difesa da tempo, dopo che iniziò a prendere piede nei primi anni '90.
I benefici del rooming in sono numerosi e dimostrati da svariati studi. Tra questi il fatto che lo speciale legame, profondo e unico, tra mamma e neonato sia favorito proprio dal contatto prolungato subito dopo la nascita. I vantaggi del rooming in si legano anche al corretto avvio dell'allattamento, oltre che alla cura e alla gestione del neonato.
"È un modo di vivere il post-parto, quello di affidare subito il bimbo alla mamma, che ha preso sempre più piede, tanto che molti ospedali oggi non hanno neanche la nursery. Sta diventando una delega alla mamma di occuparsi del neonato nelle prime ore di vita e per quanto siano importati i benefici di questa tecnica, è importante ricordare che dovrebbe essere una scelta e non un'imposizione", spiega Marando che sottolinea: "E anche se la mamma decidesse di tenere il neonato in camera con lei h24, questo non vuol dire abbandonarla a se stessa ma anzi, aiutarla in un momento difficilissimo".
IL COMMENTO
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