
No agli ospedali interamente dedicati al Covid sul territorio: sono centri fondamentali per le cure a tutti quei cittadini che non abitano nel centro delle città e sono avamposti fondamentali per non ingolfare i pronti soccorso e i grandi ospedali. Il grido d'allarme degli infermieri è forte e chiaro, in un momento in cui tutto il personale sanitario si trova a dover gestire un momento di grande fatica e sofferenza. Agli infermieri risponde Asl3, che rassicura: non trasformeremo i centri sanitari delle delegazioni, priorità alla salute dei cittadini.
Lo ha detto chiaramente a Primocanale Carmelo Gagliano, presidente dell'Ordine degli Infermieri di Genova: "Quello che si sta pagando adesso è una continua frammentazione delle risposte del territorio. Quello che chiediamo alle istituzioni è di continuare a investire sul territorio. Mi spaventano alcuni slogan che dicono che gli ospedali periferici e piccoli devono essere destinati ai malati Covid, noi infermieri rifiutiamo questa logica, ai cittadini nelle borgate e nelle periferie devono essere garantiti i servizi e questi ospedali sono l'avamposto che ci consentono di rinforzare il territorio e di non andare a ingolfarlo. Se la politica ci dà una mano rinforzando le strutture presenti nel territorio noi possiamo respirare".
A rassicurare, almeno per quanto riguarda l'area genovese, è Lorenzo Sampietro, direttore sociosanitario Asl3, che concorda con gli infermieri: "In questo momento è importante mantenere i presidi ospedalieri periferici. Pontedecimo, Sestri Ponente per gli ospedali Asl3. Questi garantiscono la salute e la tutela della popolazione, esistono tutte le altre patologie, se sarà necessario ampliare i posti letto per covid avremo strategie diverse e sicuramente non andremo a trasformare questi ospedali periferici che sono dei presidi a tutela della salute dei cittadini che vivono nelle delegazioni".
IL COMMENTO
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