GENOVA - È una tecnica particolarmente innovativa quella messa in atto all'ospedale Gaslini di Genova dove è stato realizzato il primo impianto di elettrodi intracerebrali in un bambino affetto da epilessia farmaco-resistente e, in queste ore, si sta procedendo a un secondo intervento.
Una tecnica realizzata da un equipe multidisciplinare dell'Istituto pediatrico che apre nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche per pazienti con problematiche complesse. L'obiettivo, infatti, è quello di migliorare le condizioni di pazienti che soffrono di crisi epilettiche "focali" grazie a un impianto di elettrodi intracerebrali, secondo la metodologia stereotassica.
"L'intervento estremamente complesso risulta fondamentale con pazienti affetti da epilessia focale che non reagiscono alla terapia farmacologica - spiega Lino Nobili, responsabile Neuropsichiatria del Gaslini -: permette di ottenere indicazioni precise per la prosecuzione dell'iter terapeutico altrimenti non individuabili".
"Grazie all'innovativo impianto, siamo riusciti a registrare l'origine delle crisi e così finalmente a guarire il bambino - aggiunge Gianluca Piatelli, responsabile di Neurochirurgia dell'Istituto pediatrico - in diversi casi gli elettrodi vengono impiegati direttamente al fine di consentire la "coagulazione" di piccole porzioni di tessuto cerebrale, realizzando lesioni limitate e molto precise che possono portare già esse stesse alla soppressione degli episodi critici. Con questa metodologia si è potuto intervenire immediatamente sul paziente che è già stato dimesso".
Il risultato è frutto della stretta collaborazione tra diversi settori specialistici dell'ospedale. L'intervento è stato svolto da un'equipe di neurochirughi, neurofisiologi, neuropsichiatri infantili, neurologi, neuroradiologi, tecnici di neurofisiopatologia, neurorianimatori, infermieri e anestesisti dell'Istituto.
"L'introduzione della metodica ci qualifica a tutti gli effetti come Centro di Terzo livello in ambito internazionale - conclude Renato Botti, dg del Gaslini - siamo orgogliosi di aver intrapreso il primo passo lungo questa strada, che auspichiamo possa aprire nuove frontiere anche nella ricerca nell'ambito dell'epilessia".
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