Sono ancora troppi gli esami e le visite mediche non necessari che vengono prescritti in Italia e che causano l'aumento delle liste d'attesa e un ingolfamento del sistema sanitario nazionale in deficit di medici e infermieri che in molti settori non vogliono più lavorare. Per questo il ministro della salute Orazio Schillaci ha annunciato un decreto sulle liste d'attesa "atteso in consiglio dei ministri entro 15 giorni" che avrà come obiettivo il taglio del 20% delle prescrizioni che sono ritenute non appropriate.
Da quando è diventato ministro parlando di liste d'attesa Schillaci ha sempre sottolineato il ruolo fondamentale dell'appropriatezza prescrittiva, ossia il bisogno di porre un freno alle troppe ricette dei medici di medicina generale ma anche degli specialisti, che secondo gli esperti arrivano a costare al sistema sanitario nazionale 10 miliardi l'anno.
Circa il 20% delle prescrizioni - secondo il ministro Schillaci - sono inappropriate e provocate dalla medicina difensiva, ossia la paura di cause e ricorsi da parte di pazienti o famigliari. Molti medici quindi preferirebbero prescrivere alcuni esami in più per non essere accusati di non aver fatto abbastanza per il proprio paziente.
Secondo il meccanismo allo studio il medico dovrà indicare nella ricetta il quesito diagnostico legato alla prestazione, così da tracciare con precisione tutte le prestazioni previste per aree diagnostiche. Verrà calcolato così il numero delle ricette attese, superato il quale la Regione potrà intervenire. L'Istituto superiore di Sanità sta lavorando poi ad alcune linee guida con l’intenzione di indicare ai medici buone pratiche, messe a punto dalle società scientifiche per ogni area terapeutica.
"Le liste d'attesa sono un problema annoso italiano, negli articoli di venti anni fa si leggevano le stesse cose che leggiamo oggi - spiega Schillaci - vogliamo che finalmente in Italia, Regione per Regione, con una regia centrale, si possa controllare dove e quali prestazioni mancano. Perché se vogliamo intervenire realmente e risolvere un problema, dobbiamo sapere dove mancano le prestazioni e quali mancano".
Secondo l'Istat le liste d'attesa sono il motivo principale per il quale 3 milioni di italiani rinunciano a curarsi.
Da una parte quindi una maggiore appropriatezza prescrittiva mentre dall'altra un aumento delle prestazioni: allo studio ci sarebbe la possibilità di permettere agli ospedali di far lavorare i propri medici anche in libera professione. Sul tavolo anche il superamento per gradi del tetto di spesa sul personale che limita le assunzioni delle Regioni nella Sanità a quanto speso nel 2004 meno l’1,4%.
IL COMMENTO
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