Sanità

Complice lo scarso uso delle mascherine, il panorama dei virus di stagione è particolarmente ricco di casi e varietà. Difficile capire come comportarsi
1 minuto e 22 secondi di lettura
di Eva Perasso

Per Emanuele Pontali, direttore delle malattie infettive del Galliera, la sorpresa non c'è: il pullulare di casi di virus di ogni sorta, con le prime influenze e il covid che galoppa (ma non preoccupa) nella nostra regione, era già scritto. Complice, spiega Pontali a Tiziana Oberti nel corso di "Il medico risponde", "la riduzione dell'uso delle mascherine che ha favorito la circolazione del covid ma anche l'anticipo del picco dell'influenza". 

Proprio quest'ultima, che eravamo abituati a vedere non prima delle vacanze di Natale, ha già fatto capolino e i numeri salgono. Un picco anticipato dunque, che potrebbe arrivare già nella prima metà di dicembre. E che proprio per questo motivo spinge medici di famiglia, infettivologi e igienisti, incluso l'assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola, a rinnovare gli appelli alla vaccinazione antinfluenzale stagionale. 

"In questi giorni c'è stato il Congresso nazionale delle malattie infettive - spiega ancora Pontali - e stanno incrementando i casi". Il covid in questi giorni non è però l'attore protagonista, anzi. A preoccupare sono semmai le "varie virosi invernali che non sono né influenza né covid".

Dunque febbre, mal di gola, tosse, raffreddori, mal di testa, che spesso non passano prima di 48-72 ore e che non sono riconducibili né al covid né all'influenza: "I loro sintomi così simili al covid rendono più difficile fare diagnosi ma anche capire come comportarsi", spiega ancora Pontali. 

Dello stesso parere è il pediatra Alberto Ferrando, che oltre a segnalare patologie tipiche dei piccolissimi come le bronchioliti, ricorda come stiano circolando tanti virus simil-covid che non reagiscono agli antipiretici (almeno in un primo momento) e che spesso ritornano anche dopo pochi giorni da quando sono passati. (LEGGI QUI)

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