Sanità

Offerta a femmine e maschi nel dodicesimo anno di età e alle ragazze a 25 anni al primo pap tes
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di Tiziana Oberti

GENOVA - Il vaccino per il papilloma virus (hpv), primo e unico vaccino anticancro, durante la pandemia ha subito un vero crollo di somministrazioni. A lanciare l'allarme il professor Giancarlo Icardi, direttore del dipartimento di igiene dell'università, referente regionale dell'istituto superiore di sanità.

"Prima del Covid eravamo al 68% nelle dodicenni ora siamo tra il 45 e il 48% con un calo del 20% in due anni" racconta Icardi a Primocanale. Si tratta di dati nazionali che però vedono la Liguria in linea. Anche nella nostra regione, come in tutte le altre, la soglia ottimale non è raggiunta ma anzi è ben distante.

"La somministrazione è scesa drasticamente ed è al di sotto della soglia ottimale prevista dal piano nazionale di prevenzione vaccinale fissato al 95% nel dodicesimo anno di vita".

Il vaccino è disponibile dal 2008, solo per le ragazzine inserito dal 2012 e dal 2017 offerto anche ai maschi al compimento del dodicesimo anno di età. Il 99% dei tumori della cervice uterina è causato da questa infezione. Essere entrati in contatto con il virus non significa, però, sviluppare per forza la malattia.

Il papilloma è un virus oncogeno e vi sono associati il 99% dei tumori della cervice uterina, il 90% di quelli del canale anale, il 75% di quelli vaginali e di quelli vulvari, senza dimenticare la forte associazione del 70% dei tumori di testa e collo e il 60% di quelli del pene.

La vaccinazione anti hpv si è dimostrata molto efficace nel prevenire nelle donne il carcinoma della cervice uterina (collo dell’utero), soprattutto se effettuata prima dell'inizio dell'attività sessuale, questo perché induce una protezione maggiore prima di un eventuale contagio con il virus hpv.

In Italia è raccomandata anche la vaccinazione delle donne di 25 anni di età con vaccino anti-HPV, in concomitanza con la chiamata al primo screening per il pap test.

Di papillomavirus ne esistono circa 100 tipologie differenti. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi, altri sono in grado di produrre lesioni potenzialmente in grado di generare i tumori. Il legame causa-effetto tra infezione e possibile sviluppo del tumore è valsa il premio Nobel nel 2008 ad Harald Zur Hausen.

Vaccinarsi contro il papillomavirus porta a una riduzione dei tassi di lesioni cervicali, di alto e basso grado, nonché a una riduzione di alcune patologie non cervicali hpv correlate, sia nelle donne sia negli uomini. A stabilirlo una metanalisi pubblicata recentemente su 'Expert Review of Vaccines' che ha preso in esame l’efficacia di campo e l’impatto globale della vaccinazione per papilloma virus con il vaccino ricombinante quadrivalente (tipi 6, 11, 16 e 18).

I trial clinici condotti con i due vaccini disponibili (bivalente e quadrivalente) hanno mostrato un’efficacia elevata verso le lesioni precancerose e cancerose del collo dell’utero, superiore al 90% nella popolazione che al momento dell’arruolamento era negativa per i tipi di HPV contenuti nel vaccino.

Le riduzioni maggiori sono state osservate nelle fasce di età più giovani (14-17 anni), con una riduzione fino al 73% delle lesioni cervicali precancerose tra le donne vaccinate.