Preoccupa la situazione cinese anche in Occidente. Per Matteo Bassetti "un paziente che muore in Cina è come un paziente italiano" e "fa male vedere questa situazione". Una situazione che, come racconta il professore a Primocanale, si poteva evitare con misure simili a quelle occidentali sulla popolazione. Intanto il virus in Cina ha già fatto - solo nell'ultimo mese e mezzo - il 30 per cento dei morti dell'intero periodo di pandemia.
"Si parlava tanto della Cina 2-3 settimane fa quando il problema era minore. Oggi è più grosso e non ne parliamo più", dice Bassetti. "Abbiamo campi di proiezione di quel che il covid sta rappresentando in Cina: oltre 35mila morti al giorno, oltre 2 milioni di morti in un mese e mezzo. Ma ricordiamo che in tutto il mondo il covid ha fatto 6 milioni di decessi in 3 anni, dunque il 30 per cento riguarda solo l'ultimo periodo in Cina".
Le prossime giornate in Cina, con la celebrazione del capodanno cinese, potrebbero essere ancor più preoccupanti dice l'infettivologo: "Ho preoccupazione per loro. Il contagio si sta spostando dalle città alle campagne e tutto questo fa male. Perché la Cina ha vaccinato poco gli anziani, ha avuto un vaccino meno efficace, non ha investito negli ospedali, in tutto quello che invece l'Occidente ha fatto. Io credo che il covid lascerà un segno profondo nei prossimi mesi sulla Cina molto di più di quanto ha fatto negli anni precedenti".
Preoccupa meno invece quel che dalla Cina potrebbe giungere in Italia: "Al momento il controllo che si sta facendo sui passeggeri dice che da noi arriva solo Omicron. Potrebbe restituirci qualche variante che resiste di più ai vaccini, ma preoccupa di più che tanta gente potesse essere messa in sicurezza come accaduto in Occidente. In Cina ha comandato la politica e non i medici e mi pare che i risultati siano abbastanza evidenti", conclude Bassetti.
IL COMMENTO
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