Sanità

Il professor Orsi dell'università di Genova a Primocanale fa il punto sulla febbre del West Nile e sull'mpox, il vaiolo delle scimmie
2 minuti e 37 secondi di lettura



Febbre del west Nile e vaiolo delle scimmie (mpox): due virus di cui molto si parla a livello nazionale e internazionale ma che hanno toccato solo marginalmente la Liguria.
Se per l'mpox, ovvero il vaiolo delle scimmie, i casi liguri si fermano a quei 31 rilevati tra il 2022 e il 2023, per la febbre del West Nile invece il caso è solo uno ed è improbabile che il paziente che lo ha contratto si sia infettato nel nostro territorio.

"La febbre di West Nile è una malattia che da anni interessa anche l'Italia, nello specifico la Pianura Padana. Per contiguità la Liguria è vicina alle regioni più interessate per questo quasi sempre ogni anno registriamo qualche caso: è successo la settimana scorsa, un medico genovese che risiede a Parma ha contratto questa infezione probabilmente nel comune di Parma ma la malattia è stata rilevata dai colleghi del Galliera che hanno mandato i campioni nel nostro laboratorio. A Parma nelle ultime settimane si è registrato un focolaio epidemico con due decessi, erano due signore molto anziane", spiega a Primocanale Andrea Orsi, docente di igiene università di Genova.

Sul territorio ligure non ci sono altri casi confermati. La sorveglianza da inizio maggio parla di più di 170 casi invece nel parmense. A Genova sono scattate le disinfestazioni in alcune zone della città, in particolare nel quartiere di Albaro. "Le procedure messe in atto sono previste dai piani nazionali dal piano regionale delle arbovirosi dove ci sono anche altre patologie come la Dengue. Sono accomunate dalla trasmissione che avviene attraverso la puntura da zanzare. Nel caso specifico, pur non risiedendo nel genovese per massimo scrupolo è stato comunque deciso di effettuare una disinfestazione nei luoghi dove si trovava il paziente positivo. Non abbiamo una diffusione sul territorio, non ci dobbiamo preoccupare", specifica il professor Orsi.

Le misure di prevenzione generale sono quelle anti puntura: non esporsi in maniera non protetta nelle ore di maggiori circolazione delle zanzare, utilizzare repellenti efficaci.

Anche di vaiolo delle scimmie si parla sempre più. A partire dal nome: si usa ora il nome scientifico mpox, come richiesto dall'Oms. Sui numeri va fatta chiarezza, ricorda il professor Orsi: "Il primo allarme che si era generato nel 2022 è quello che ha causato una serie di casi anche in Italia e anche in Liguria, 31 in tutto, riferiti tutti al 2022-23. Nell'ultimo anno in Liguria non abbiamo confermato nessun caso. E' vero che Oms ha messo una nuova allerta per una nuova variante di cui comunque non abbiamo ancora registrato casi né nazionali né regionali. L'allerta è cresciuta per la nuova variante e per l'aumento di casi in territorio africano, nella Repubblica del Congo".

Il laboratorio del San Martino, con Alisa, è impegnato nelle azioni di contrasto: allerta a livello di laboratorio e di strutture sanitarie per identificare i possibili casi e la possibilità della vaccinazione.

Spiega Orsi: "L'mpox è un parente lontano del vecchio vaiolo, radicato grazie alla campagna vaccinale negli anni Cinquanta e Sessanta. I sintomi sono pustole, si trasmette via contatto diretto con il soggetto malato, contatto che si ha con i rapporti sessuali, ma anche per contatto indiretto per esempio attraverso gli indumenti e le superfici contaminate.