LA SPEZIA - Quando il Questore mando un ammonimento a un soggetto maltrattante automaticamente viene inviata una segnalazione a Milena Bisacco responsabile servizi sociale di Asl5. Su 26 ammonimenti, 20 sono state le persone intraprendere un percorso di cura e solo una interrotto lo stesso.
Esiste un profilo del ‘maltrattante’?
Non è possibile generalizzare. Al 90% il maltrattante è di sesso maschile, ma ci sono state anche due donne. L’arco anagrafico di riferimento è ampio: ho incontrato sia ragazzi giovani sia persone sui 60. Dal punto di vista dell'estrazione sociale ci sono persone per le quali emergono problematiche sociali di rilievo, e magari sommano anche altre patologie per cui sono già state prese in carico, come ad esempio, così come che hanno un lavoro, una vita lavorativa tranquilla e dove non c'è un disagio economico, non ci sono problematiche sociali di rilievo.
C’è consapevolezza del problema?
Arrivano mostrando disponibilità, talvolta non hanno tanta consapevolezza di quello che è successo, però è apprezzabile la volontà di intraprendere un percorso. Il messaggio che cerco di trasmettere che è che questa può essere un'opportunità che loro possono cogliere. C'è la percezione di essersi messi in una situazione seria. A volte c'è un po’ la tendenza a minimizzare l'episodio e a ricondurre le responsabilità di quello che è avvenuto al 50%, ma ho anche trovato persone consapevoli di quello che avevano fatto.
I maltrattanti che hanno meno consapevolezza devono essere aiutate a comprendere che possono ricorrere a questo percorso terapeutico individualizzato. Proprio partendo dai fatti, dagli episodi stessi e da come vengono descritti, dal racconto della violenza fisica o verbale, scaturita dalla rabbia. È necessario capire che per gestire la rabbia bisogna chiedere aiuto agli specialisti.
Gli ammonimenti del Questore sono raddoppiati, siete pronti a gestire un aumento dei casi?
I nostri appuntamenti stanno già aumentando, la Questura ci invia un maggior numero di segnalazioni e noi siamo pronti. In Asl 5 ci sono professionisti esperti: psicologi, psichiatri, assistenti social ed educatori professionali. È fondamentale creare un pool stabile, individuare un gruppo di operatori che si occupino in maniera specialistica di questo tema. È molto importante la formazione congiunta con la Questura, perché aiuta sempre più gli operatori a conoscersi, a condividere modalità operative e a influenzare reciprocamente anche il linguaggio e condividere buone pratiche.
IL COMMENTO
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