
Sono 112 i medici di famiglia mancanti in Liguria al primo gennaio 2024, numero corretto per arrivare al rapporto ottimale di un medico di medicina generale ogni 1.200 assistiti. Lo rileva la Fondazione Gimbe in un'analisi sulla situazione dei medici di medicina generale, i cosiddetti 'medici di famiglia', nelle Regioni italiane.
In Liguria riduzione del 13,2%, maggiore rispetto alla media nazionale
La ricerca mette in evidenza come tra il 2019 e il 2023 i medici di famiglia in Liguria si siano ridotti del 13,2%, rispetto alla media nazionale in calo del 12,7%. In Regione il massimale di 1.500 assistiti viene superato dal 50,7% del totale dei medici di medicina generale, leggermente meglio della media nazionale pari al 51,7%. Il numero medio di assistiti per medico di famiglia al primo gennaio 2024 nell'intera Regione è pari a 1.338, leggermente meglio della media nazionale del 1.374, ma lontano dai 1.200 assistiti del rapporto ottimale.
L'anno scorso meno partecipanti rispetto ai posti disponibili
Nel 2024 i partecipanti al concorso nazionale per la formazione specifica in Medicina Generale in Liguria sono stati inferiori ai posti disponibili: -28 candidati (-42%) rispetto alle borse finanziate (media Italia -15%).
Il 50% dei medici di famiglia ha più di 1,500 pazienti
Il 51,7% dei medici di medicina generale è sovraccarico di assistiti, con oltre 1.500 pazienti a testa. In totale, secondo i dati Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) al primo gennaio 2023, i 37.260 medici di medicina generale avevano in carico quasi 51,2 milioni di assistiti con una media di 1.374 assistiti ciascuno e variazioni significative tra le regioni. Lo indica il rapporto della Fondazione Gimbe sui medici di medicina generale. In particolare, il massimale di 1.500 assistiti è superato da oltre la metà dei medici di medicina generale in 10 Regioni: Liguria (50,7%), Friuli Venezia Giulia (52,4%), Piemonte (54,1%), Marche (55,5%), Provincia autonoma di Trento (56,1%), Emilia-Romagna (57,6%), Campania (58,8%), Sardegna (60,6%), Valle d'Aosta (61,1%) e Provincia autonoma di Bolzano (65,1%). La percentuale sale oltre i due terzi in Veneto (68,7%) e sfiora i tre quarti in Lombardia (74%) (figura 3). "Questo livello di sovraccarico - commenta Cartabellotta - riduce il tempo da dedicare ai pazienti, compromettendo la qualità dell'assistenza. Inoltre influisce sulla distribuzione omogenea e capillare sul territorio dei medici di medicina generale in rapporto alla densità abitativa e limita la possibilità per il cittadino di esercitare il diritto della libera scelta".
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IL COMMENTO
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