Come reagisce la rete ospedaliera della Liguria all'ultima ondata di covid e alle conseguenze che questo sta portando sulle strutture e sull'organizzazione della sanità? A tracciare il quadro è una indagine di Fadoi, la federazione degli internisti italiana, anticipata da Ansa. "Il long covid continua a perseguitare anche dopo la guarigione tra il 10 e il 20% dei pazienti liguri, ma per fortuna i servizi dedicati per prestare loro assistenza sembrano essere sufficienti. I cittadini affetti da altre patologie però sono tornati a bussare alle porte degli ospedali, mettendo a nudo i problemi di sempre: carenza di personale e difficoltà organizzative".
Sempre alto il numero dei pazienti che dopo il covid continuano ad avere sintomi, più o meno importanti: "I pazienti che non si liberano dei postumi dopo essersi negativizzati sono tra il 10 e il 20 per cento. In media quindi oltre un paziente su dieci ne è afflitto, ma in Liguria sono stati creati percorsi dedicati all'assistenza di questi pazienti", affermano i rappresentanti della federazione.
Rispetto alla situazione ligure, le difficoltà più alte sono relative ai famosi pazienti "con covid" che arrivano in ospedale per altre patologie e poi scoprono, con un tampone, di essere positivi seppur asintomatici. Mancano infatti le strutture per poter isolare questi pazienti che invece si trovano in ospedale per altri problemi e lo sforzo organizzativo, in questo caso, è molto alto.
IL COMMENTO
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