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Il capo delegazione lo ha comunicato alla Figc. Gravina: "Conta sempre su di noi"
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di Maurizio Michieli

"Al termine di una lunga e difficoltosa "trattativa" con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”. Lo ha annunciato Gianluca Vialli, capo delegazione della Nazionale italiana, alla Figc, anticipando la sua assenza in occasione delle prossime partite degli azzurri nel 2023 per le qualificazioni ad Euro 2024, il 23 marzo a Napoli contro l'Inghilterra ed il 26 in trasferta a Malta.

“L’obiettivo - prosegue Vialli - è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”.

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha commentato: “Gianluca è un protagonista assoluto della Nazionale italiana e lo sarà anche in futuro. Grazie alla sua straordinaria forza d’animo, all’Azzurro e all’affetto di tutta la famiglia federale sono convinto tornerà presto. Può contare su ognuno di noi, perché siamo una squadra, dentro e fuori dal campo”.

Quello di Vialli è un annuncio tanto forte quanto doloroso ma compiuto come sempre con una sobrietà ed "eleganza" che fanno di lui un campione anche fuori dal campo. Per questo il suo nome deve essere sempre pronunciato con il massimo rispetto

Proprio pochi giorni fa, in occasione della presentazione del film "La bella stagione" dedicato alle imprese della Samp d'oro, Gianluca Vialli era stato acclamatissimo protagonista a Genova insieme ai suoi ex compagni ed eterni amici, con molti dei quali condivide la Nazionale: dal ct Roberto Mancini, ai collaboratori tecnici Lombardo, Salsano, Nuciari.

Vialli aveva annunciato la prima volta di essere ammalato di tumore al pancreas il 25 novembre del 2018. Da quel momento ha sempre affrontato il difficile percorso delle cure a testa alta ma senza l'enfasi fuori luogo del guerriero ad ogni costo. "Non è una battaglia", ha spesso sottolineato Vialli, anche perché affrontare il nemico come tale significherebbe equiparare ad un perdente chi invece la battaglia non è riuscito a vincerla.

Lui ha sempre "preferito" parlare di un "viaggio non voluto con un ospite indesiderato", senza la presunzione di dare lezioni ad alcuno. Un campione, in campo e fuori, come dimostra il fatto che Gianluca Vialli ha persino lasciato parlare di sé (a sproposito) senza quelle prese di posizione invocate da chi evidentemente non gli vuole davvero bene.

A lui possiamo soltanto dire che gli siamo accanto nel suo viaggio, oggi ancora di più.