Il caso Juventus rischia di influire sulla lotta per la salvezza, rendendo vitale il terzultimo posto ora conteso tra Hellas, Sampdoria e Cremonese, con lo Spezia a distanza di relativa sicurezza.
Il caso plusvalenze è già costato una mazzata ai bianconeri, con 15 punti di penalità. Alcuni trasferimenti finiti nel fascicolo Figc riguardano anche le due genovesi. Tra il luglio 2019 e il gennaio 2020 Emil Audero passa dalla Juve alla Sampdoria per 20 milioni, mentre fanno il percorso inverso Erasmo Mulé (3,5 milioni), Daouda Peters (4 milioni), Nicolò Francofonte (1,7 milioni), Erik Gerbi (1,3 milioni), Matteo Stoppa (1 milione) e Giacomo Vrioni (4 milioni), per complessivi 15,5 milioni. Il 28 gennaio 2021 Nicolò Rovella passava dal Genoa alla Juve per 18 milioni, mentre Manolo Portanova ed Elia Petrelli facevano il percorso inverso rispettivamente per 10 e 8 milioni.
Immediata la reazione della Juventus: "La Società e i singoli si opporranno con ricorso al Collegio di Garanzia presso il Coni nei termini previsti". In una nota, le ragioni espresse dalle Sezioni Riunite sono definite come "un documento, prevedibile nei contenuti, alla luce della pesante decisione, ma viziato da evidente illogicità, carenze motivazionali e infondatezza in punto di diritto. Juventus Football Club e il suo collegio di legali hanno letto con attenzione e analizzeranno a fondo le motivazioni, pubblicate poco fa, della decisione delle Sezioni Unite della Corte Federale d’Appello. La fondatezza delle ragioni della Juventus sarà fatta valere con fermezza, pur nel rispetto dovuto alle istituzioni che lo hanno emesso".
Ma ci sono altre nuvole all'orizzonte. L’imminente apertura del procedimento disciplinare relativo al “filone stipendi” può innescare una carica sanzionatoria devastante, fino alla perdita della categoria, evenienza che sarebbe la seconda retrocessione della storia della Juventus, dopo quella del 2006 anch’essa per motivi disciplinari.
Gli accertamenti fin qui condotti sui conti della società bianconera dalla Procura di Torino, l’inchiesta “Prisma” con gli atti trasmessi alla Procura Figc, evidenziano una serie di condotte irregolari, ammesse da 40 tesserati, attorno alla simulazione di doppia rinuncia a quattro mensilità nelle stagioni 2019/’20 e 2020/’21: accordi che, sulla base dell'inchiesta, furono solo privati, in violazione del codice di giustizia sportiva "in materia gestionale ed economica".
Secondo l’accusa, durante la pandemia la Juventus avrebbe alleggerito i bilanci tagliando gli stipendi dei giocatori e riducendo così il passivo negli esercizi contabili: in base a questa tesi i calciatori non avrebbero rinunciato a quattro mensilità con un risparmio di 90 milioni, ma soltanto a una, visto che negli anni successivi le altre tre sarebbero poi state restituite ai calciatori. Sono emerse scritture private tra giocatori e dirigenti, compresa la questione Ronaldo, che per la giustizia sportiva sono violazioni di particolare importanza. Anche per la stagione successiva l'accusa mette in luce una manovra analoga sempre con l'obiettivo di salvaguardare i conti del club. Si tratterebbe dunque di una gestione scorretta in materia di gestione finanziaria, che comporterebbe la violazione del principio di lealtà con la diretta responsabilità della società.
Se il quadro accusatorio reggerà al vaglio della giustizia sportiva in tutti i gradi di giudizio, la Juventus potrebbe essere punita con la retrocessione a tavolino, in una classifica che potrebbe avere ulteriori scossoni da accertamenti supplementari. In particolare, nell’inchiesta sulla Juve compare un filone sui rapporti di collaborazione con Atalanta, Empoli, Sassuolo, Udinese e Sampdoria, da cui potrebbero emergere condotte rilevanti.
IL COMMENTO
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