Sport

L'istanza dell'agente del difensore non incide sulla situazione generale
1 minuto e 47 secondi di lettura
di Stefano Rissetto

La Sampdoria non commenta l'iniziativa di Mario Giuffredi, procuratore di Andrea Conti, che si è rivolto al Coni, presentando un'istanza arbitrale al collegio di garanzia, per chiedere il compenso legato al rinnovo contrattuale del difensore, 750mila netti a stagione.

La mossa del procuratore di Conti ha destato sorpresa a Corte Lambruschini, dove l'agente aveva ottime entrature a partire dall'ex presidente Ferrero. Sul sito ufficiale della sua società compare infatti un'intervista in cui Giuffredi tra le altre cose dice: "Vado d’accordo anche con Lotito e Ferrero, sembra che siano personaggi burberi e invece non è così".

In realtà, non si tratta né della sola né della più consistente tra le pretese economiche rivolte alla società: a differenziarsi è la strada scelta dall'agente, che ha trovato riscontro immediato nel comunicato dell'ente olimpico: "Il Collegio di Garanzia dello Sport ha ricevuto una istanza arbitrale, ex art. 22, comma 2, del Regolamento Agenti Sportivi del CONI, presentata dalla M.A.R.A.T. Football Management S.r.l., in persona dell’Amministratore Unico ed Agente Sportivo Mario Giuffredi, contro l’U.C. Sampdoria S.p.A., in persona del legale rappresentante pro tempore, in virtù del contratto di mandato, stipulato in data 31 gennaio 2022, con il quale la Società intimata ha incaricato la suddetta istante di curare i suoi interessi per il rinnovo del contratto di prestazione sportiva del calciatore Andrea Conti".

L'istanza al Coni, insomma, non incide sullo scenario: la Sampdoria si trova da tempo alle prese con numerosi creditori, piccoli e grandi, e proprio per dare respiro agli amministratori è stata aperta la procedura di composizione negoziata della crisi, che fissa un termine per gli adempimenti funzionali alla continuità aziendale. Diverso il discorso che riguarda il piano sportivo, che vede l'iscrizione al campionato condizionata all'emissione di apposita fideiussione oltre al regolare pagamento degli stipendi. Tutto sommato, sia detto con un filo di ironia, proprio la carriera dell'ex presidente dimostra che l'ordinamento giuridico italiano, per chiunque si trovi alle prese con creditori, è tutt'altro che povero di strumenti atti a dilatare i tempi della resa dei conti. Anche per questo gli allarmismi vengono giudicati fuori luogo. Non preoccuparsi sarebbe da incoscienti, disperarsi allo stato non ha fondamento.