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Il proprietario del Leeds vuole trattare con Ferrero ed evitare il braccio di ferro
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di Matteo Cantile

GENOVA - Andrea Radrizzani si è abbattuto sul mondo Sampdoria come un ciclone: dopo settimane in cui l’unica strada per evitare il fallimento era sembrata l’offerta di Alessandro Barnaba (in ticket con Edoardo Garrone) l’arrivo del proprietario del Leeds ha sparigliato le carte. Prima il colloquio con Marco Bucci, che ha assicurato l’appoggio di Palazzo Tursi in caso di offerta vincente, poi la visita al centro sportivo di Bogliasco e allo stadio Luigi Ferraris.

Un’accelerazione del tutto imprevista ma utile nel drammatico quadro clinico della Sampdoria: avere raddoppiato le offerte sul tavolo è garanzia, perlomeno, di un’alternativa nel caso in cui una andasse a vuoto.

Cosa c’è nella proposta di Radrizzani? Il manager milanese ha calato dalla manica due assi: il primo, e si tratta di un evidente fattore chiave, è l’accordo con le banche. I debiti contratti dall’attuale società, compresi quelli garantiti da Sace (che sono la parte più spinosa) saranno ristrutturati secondo un piano condiviso. Il secondo, non meno importante, Radrizzani si è presentato con un volto più conciliante verso Massimo Ferrero, odiatissimo dalla tifoseria ma, per quanto la cosa possa irritare, ancora decisivo per i destini della società.

L’attuale proprietario del Leeds appare pienamente consapevole di non poter sfuggire al Trust in cui la Sampdoria è stata incapsulata, per questo la sua offerta comprende i circa 33 milioni (la somma esatta dev’essere ancora chiarita) per chiudere la partita con la vecchia società. Non solo: Ferrero vanta un credito personale riferito a stipendi pregressi non pagati e anche su questo punto una trattativa appare possibile.

Sullo sfondo resta la figura di Edaordo Garrone il cui è appoggio è certamente gradito a ogni cordata che si avvicini alla Sampdoria: dal gruppo Radrizzani filtra la tranquillità di non avere bisogno di alcun apporto esterno per concludere l’operazione ma è chiaro che il sostegno dell’ex proprietario, anche per il suo ‘peso’ nella società genovese, non sarebbe disprezzato. Al momento Garrone si è apertamente schierato al fianco di Alessandro Barnaba e della sua proposta ma non è escluso che possa dirottare altrove il proprio sostegno, qualora lo ritenesse utile per il buon esito della trattativa.

I tempi. Radrizzani, che ha iniziato a interessarsi alla Sampdoria da meno di venti giorni, si aspetta risposte decisive dal Cda e dal trust nel giro di 24-48 ore. Il prossimo passaggio formale, per la società, è quello dell’assemblea del 26 maggio che, con ogni probabilità, andrà deserta. La seconda convocazione, quella del 29 maggio, dovrebbe avere un esito differente: Ferrero teme, infatti, che la sua assenza possa far scattare alcuni cavilli che potrebbero permettere a Barnaba (che è già tra gli azionisti di minoranza) di ricapitalizzare ed estrometterlo. Quindi l’ex presidente ci sarà anche se, con ogni probabilità, per interposta persona. Di sicuro, visto che l’ipotesi del bond convertibile non si è concretizzata, non avrà risorse proprie per ricapitalizzare. Si tratta di capire se avrà la coscienza di permettere a uno dei due pretendenti di salvare la società o se vorrà trascinarla nel suo baratro: Radrizzani spera che la sua linea conciliante possa premiarlo. Barnaba, al contrario, conta di aver cotto a puntino l’imprenditore romano e di chiudere la partita con un’azione di forza. Per la Sampdoria non importa che a spuntarla sia l’uno o l’altro, basta che qualcuno ci riesca.

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