GENOVA - In due anni il Genoa ha ritrovato prima la serie A poi il suo pubblico straordinario con oltre trentamila presenze in stagione e alla fine, oltre l’11esimo posto, record per una neopromossa nei più importanti tornei europei, pure un bilancio in miglioramento. E aggiungiamoci una rosa che ha un valore di tutto rispetto viste le valutazioni di Martinez, Vasquez, Gudmundsson, Frendrup e compagni. Per il futuro, il club vorrebbe fare uno step più in alto, ma saranno inevitabili almeno un paio di cessioni.
Se 777 Partners fin qui ha immesso circa 130 milioni di euro nel Grifone rimettendolo sulla retta via, come l’ad Blazquez ha raccontato di recente alla Bbc in un interessante e positivo reportage sul Genoa, viste alcune turbolenze sulla holding americana, la dirigenza dovrà tirare fuori energie interne. Insomma trovare all’interno del gruppo 90 milioni (nel prossimo bilancio entrerà la vendita di Dragusin) e poi reinvestire in parte su giocatori di interesse per il presente e il futuro. In Italia c’è un grosso dibattito su come far crescere i club di calcio senza indebitarsi troppo e provare a vincere.
Il caso Atalanta è il più gettonato e invidiato in questo senso. Per il Genoa già tempo fa il presidente Zangrillo aveva spiegato che il punto d’arrivo per i rossoblu sarebbe stato la sua sostenibilità finanziaria. E il traguardo dopo 2 anni così soddisfacenti, sembra un po’ più vicino seppur con l’inevitabile perdita di un paio di pezzi pregiati. Intanto come anticipato, nella squadra Primavera probabile approdo di Criscito come mister al posto al di Agostini. E come responsabile del settore giovanile se dovesse andare alla Juventus Michele Sbravati (il bravissimo direttore di tutti i grifoncini dovrà dare una risposta a breve tempo) dovrebbe arrivare Filippo Galli già ex giocatore del Milan e poi dirigente nelle giovanili rossonere.
IL COMMENTO
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