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Un altro pezzo del calcio di una volta sparisce. Dalla prossima stagione non saranno più i raccattapalle a consegnare il pallone ai calciatori dopo un fallo laterale o una rimessa dal fondo. I giovani "aiutanti" continueranno a essere presenti a bordocampo ma si occuperanno di raccogliere i palloni e sistemarli nei contenitori a forma di cono disseminati intorno al campo. 

"Così eviteremo anche le perdite di tempo strategiche", ha spiegato il designatore Rocchi. I coni saranno posizionati in questo modo: sei palloni posizionati dal lato delle panchine disposti e altri cinque  dall'altro lato a una distanza minima di 2,5 metri dalle linee di bordo campo. La nuova modalità scelta dalla Lega calcio è stata testata e approvata con successo nell'ultima finale di Coppa Italia tra Juventus e Atalanta.
Viene in mente ciò che fece Guardiola in una partita tra Manchester City e il Crystal Palace, quando chiamò a se un raccattapalle dell'Etihad Stadium dandogli l'indicazione di rimettere in gioco i palloni velocemente, per velocizzare ancora di più gioco. La storica lite di Pagliuca al San Paolo si Napoli con un raccatapalle e non era stato fortunato però il ragazzino che, per aiutare il suo Swansea a battere il Chelsea ha rimediato un calcione da parte di Eden Hazard. Nel febbraio scorso durante Sudtirol e il Bari, persa per 1-0 dai pugliesi, il difensore biancorosso Emanuele Matino colpì al petto un raccattapalle che gli aveva appena restituito il pallone per una rimessa laterale, probabilmente accusandolo di aver perso tempo nel recuperare la palla.
Ma sono tantissimi gli episodi nella storia del calcio che hanno visto protagonisti ragazzini a bordocampo sempre tifosi della squadra di casa e quindi qualche volta sì, un pò maliziosi. Ma era la parte bella e sana del calcio.

QUEL GOL RUBATO A SAVOLDI

Negli anni Settanta non c'erano tornelli, non c'erano dirette televisive e neppure biglietti nominali. In molte città c’era l’usanza di premiare i primi dodici a presentarsi fuori dallo stadio, regalandogli un pomeriggio da sogno a pochi passi dai propri calciatori. Così succedeva ad Ascoli dove una domenica Domenica Citeroni, dopo essersi presentato con 4 ore di anticipo, venne scelto per fare il raccattapalle. Da quella posizione aveva iniziato a "conoscere" Dino Zoff. I" palloni che uscivano glieli ributtavo dentro con dei calcioni alti e storti, così lui doveva rincorrerli e si perdeva tempo. Un pari con la Juve era oro. Ma, a un certo punto, mi guardò negli occhi e con la sua flemma mi disse: “Benedetto figliolo, il pallone devi darmelo in mano…“. Quello sguardo e quella calma mi gelarono. Tutti i palloni successivi glieli appoggiai sui guanti. E non era facile impressionarmi…".

Il 12 gennaio 1975 l'Ascoli ospita il Bologna, lo squadrone che faceva tremare il mondo. Sul finire della gara Beppe Savoldi troverebbe la sua tera rete  ma il raccattapalle d'istinto respinge con un calcetto il pallone destinato a terminare la sua corsa in fondo alla porta. Poi arriva Castoldi, che calcia fuori il pallone con forza. Nessuno  si accorge di nulla, nemmeno l'arbitro che addirittura concede il corner. Poi però l'episodio diviene pubblico, il ragazzo un personaggio e sucessivamente un incubo per allenatori avversari e arbitri.