Cronaca
Primarie: poca passione, ma la crisi non c'entra
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"Alle primarie ci aspettiamo meno votanti rispetto a 5 anni fa, se non altro perchè con la crisi economica le priorità dei cittadini sono altre". Parole, quelle pronunciate da Giovanni Lunardon nel corso dell'ultima puntata di Quattro, che suonano come un'ammissione di sconfitta dei partiti da parte del vicesegretario regionale del PD. Citare la crisi economica come motivo di disaffezione della politica è un facile alibi, che però non centra il vero problema: se i cittadini (non solo genovesi, e non solo di centrosinistra) si appassionanano poco alla politica, non è per via della crisi economica, nè degli altri problemi che stanno investendo il Paese. Al contrario, proprio in un momento di difficoltà il ruolo dei partiti dovrebbe essere quello di catalizzare il dibattito e proporre soluzioni. I problemi non dovrebbero essere un ostacolo alla partecipazione, ma uno stimolo. Forse il problema della scarsa partecipazione, e in generale dello scarso interesse che la politica suscita nei cittadini, è l'assenza di proposte concrete, oltre alle storture di un sistema (quello dei partiti) che spesso fanno spostare il dibattito dalle pagine della politica e quelle della cronaca giudiziaria. Il caso Lusi è solo l'ultima di una lunga serie di bastonate alla credibilità dei partiti, sempre più visti, a torto o a ragione, come centri di potere sconnessi dai problemi e dalle aspirazioni dei cittadini. Se domenica la partecipazione alle primarie genovesi sarà bassa non sarà colpa della crisi dell'economia, ma dei partiti.
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