Cronaca

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“Parlare di prevenzione è diventato un esercizio scontato, banale, una parola abusata e utilizzata soprattutto solo dopo eventi drammatici”.

Ha iniziato così il capo della Protezione civile Franco Gabrielli il suo intervento al convegno di Vernazza al quale sta assistendo anche il Capo dello Stato. “Solo lì si scopre – ha continuato - che una corretta prevenzione avrebbe limitato gli effetti delle disgrazie facendo nello stesso tempo scoprire che prevenire sarebbe costato meno di quanto necessario per ricostruire. Non possiamo più accettare che si ricominci a gestire il territorio come se nulla fosse stato, inseguendo le logiche del consenso e dimenticando che governare significa trovare priorità che possono anche non tradursi in benefici immediati.

Occorre dar vita ad una rivoluzione di tipo culturale, dal momento che le risorse del paese non sono sufficienti e occorre destinare quello che c'è a iniziative che guardino al futuro, non solo prevenzione ma anche definizione di politiche di prevenzione, l'anteporre il bene comune a quello dei singoli cittadini. Non siamo più nelle condizioni finanziarie  per poter rimediare ad eventi già avvenuti.

Due le linee di percorso che vanno seguite: quella della prevenzione strutturale e quella propria della protezione civile, anche se ogni comunità deve essere consapevole dei rischi del proprio territorio che vanno tramutati in piani precisi di azione, coinvolgendo la popolazione e il volontariato. E se pure occorre ragionare sull'incapacità che talvolta hanno i governi locali di utilizzare le risorse che vengono loro assegnate, sono certo che l'oggi impone scelte coraggiose, rigore ma anche capacità di guardare al futuro”.