
Gianello racconta che "Giusti (un ex calciatore) mi prospettò la possibilità di ricompensare i compagni che avessero aderito alla richiesta (di rendere maggiormente sicuro il risultato della partita a favore della Sampdoria) con somme di denaro". Poi parla di quattro o cinque compagni presenti nello spogliatoio, ma non ricorda i nomi, ma poi viene ulteriormente pressato dai magistrati che lo torchiano e quei nomi li fa.
"Mi rivolsi a Paolo Cannavaro e a Grava e a nessun altro. Cannavaro e Grava diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa".
A rischiare per non aver denunciato il fatto sarebbero i giocatori partenopei mentre anche la società rischierebbe una penalizzazione per responsabilità oggettiva.
IL COMMENTO
Leonardo, Fincantieri e la guerra: l'etica non può essere solo italiana
“Ti ricordi Bilancia?”. Il killer incastrato con una tazzina di caffè e una sigaretta