Cronaca

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Genova è contro il terrorismo e ogni forma di violenza, per la legalità e la difesa dei diritti di tutti. Sembrava tutto scontato, invece Genova ha ritenuto necessario ribadirlo con una manifestazione di piazza dopo il ferimento del dirigente Ansaldo Roberto Adinolfi. La città lo ha fatto con successo, alla presenza di circa circa tremila persone.

Commozione per le parole di Massimo Coco, che ha rivisto dal palco "gli sguardi e gli stessi occhi che mi guardavano 36 anni fa, io ragazzino, ai funerali di mio padre (il magistrato Francesco) e degli agenti della scorta". Coco ricordato i nomi delle vittime genovesi, dei feriti e dei rapiti.

La manifestazione è iniziata con la deposizione di fiori al monumento per Guido Rossa, il sindacalista ucciso dalla Brigate Rosse perché aveva  denunciato un operaio che collaborava con i terroristi. Commossa la figlia Sabina, stretta intorno ai sindacalisti e al sindaco di Genova Marta Vincenzi. "Suo padre ci ha salvati - ha detto Vincenzi - ci ha destati e ci ha fatto vincere contro il terrorismo".

Dopo il ferimento di Adinolfi è stato necessario chiamare a raccolta tutte le istituzioni, unite, solidali, che si sono a loro volta trovate unite e solidali con tutta la Genova che conta: sindacati, industriali, politici, banchieri, associazioni delle categorie. C'erano tutte le facce conosciute di Genova in piazza De Ferrari contro il terrorismo. Strette intorno ai familiari delle vittime, ai lavoratori di Ansaldo e, idealmente, a Roberto Adinolfi, "che ci manca" ha detto alla piazza un operaio Ansaldo. C'era anche gente comune, non le masse che qualcuno aveva ipotizzato.

"Io mi aspettavo meno partecipazione - ha detto Claudio Burlando -. Allora ci vollero anni per riempire le piazze. Speriamo non sia necessario". Genova spera infatti che il ferimento di Adinolfi resti isolato, che "oggi, come allora, non si crei un consenso intorno a chi usa la violenza".

Lo auspica per prima la vicepresidente della Camera Rosy Bindi, che mette in guardia "dalla violenza che si legge nella rete" ma che difende il dissenso. "Per evitare - ha sottoineato - quanto accadde 11 anni fa qui a Genova, quando la vigilanza delle forze dell' ordine sfociò in arbitrio e in oppressione". La ferita mai chiusa del G8 non sarà però alibi per il terrorismo. "A quei delinquenti - ha detto Renato Parodi della Rsu Ansaldo - diciamo che siamo figli e nipoti dei partigiani e rigettiamo ogni forma di violenza".