
Questi i commenti del velista riguardo alla situazione: “Mi sento discriminato. Sono deciso a lottare fino in fondo, un atto dovuto nei mei confronti e di tutti gli azzurri - e spiega - il CONI mi ha negato l’idoneità agonistica non tanto per la mia cartella clinica, quanto per un rischio pari allo 0,0000228 che potrebbe derivare dal praticare uno sport ad altissimo livello".
"Tutti i Professori hanno escluso che lo sforzo prodotto durante una regata possa essere collegato al mio problema. Il rischio a cui andrei incontro è dunque uguale a quello di tutti gli atleti olimpici”.
La decisione del TAS è attesa per il prossimo 9 luglio. I tempi sono strettissimi, il 27 si terrà la cerimonia di apertura di Londra 2012, il 30 luglio il primo impegno per la squadra azzurra di Vela.
Il CONI ha ricevuto questa mattina una dichiarazione di appello al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna nei suoi confronti riguardo al caso Sibello e ha subito risposto con un comunicato:
"Al riguardo il CONI rileva che al di là delle questioni giuridiche – in particolare legate alla carenza di giurisdizione da parte del TAS – le conclusioni a cui sono giunti i medici dell’Istituto sono state basate su solide argomentazioni di autorevoli esperti scientifici.
Pur comprendendo l’amarezza dell’atleta, il CONI non può quindi che ribadire e mantenere fermo il proprio
impegno-dovere sulla salvaguardia della salute degli atleti, che rappresenta un interesse primario e non sacrificabile all’interesse delle medaglie".
IL COMMENTO
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