In questi ultimi giorni si sono intensificate le azioni, a livello locale e nazionale, per arrivare alla
decisione che l’Ateneo deve prendere in merito al trasferimento di Ingegneria a Erzelli. Ho quindi
messo da parte la mia abituale disponibilità a dialogare con i media locali, con i quali mi scuso, e ho
preferito lavorare nel più stretto riserbo, arrivando solo oggi, con questa nota stampa, a rendere
chiara la posizione dell’Università degli Studi di Genova.
Mi piace riportare, preliminarmente, le parole che utilizzò nell’ottobre del 2011 il prof. Vincenzo
Roppo parlando di questa vicenda: “Le società moderne sono policentriche e pluraliste, ci
convivono tanti interessi, e tutti (se legittimi) hanno la possibilità di farsi valere. L’equilibrio sociale
risulta dal gioco reciproco dei diversi interessi che si confrontano, dentro il quadro disegnato
dall’interesse generale”.
“Aleggia” in una parte dell’opinione pubblica genovese la convinzione che l’Università non voglia
andare a Erzelli; questa voce è quanto mai infondata. Le incertezze iniziali sono state superate,
l’opzione strategica è stata fatta, e pertanto, adesso nessuno dovrebbe banalizzare i problemi
rievocando una ormai vecchia e presunta ritrosia degli ingegneri. Anche nel recente incontro con il
Ministro Francesco Profumo, nonché nel successivo incontro con il presidente Burlando e il
Sindaco Doria ho ribadito, dati alla mano, che il nostro Ateneo sta lavorando in maniera concreta e
convinta alla realizzazione del progetto Erzelli.
Infatti c’è piena consapevolezza dell’importanza strategica dell’operazione che si sta costruendo
sulla collina di Erzelli a cui l’Università di Genova intende contribuire con il suo marchio, il suo
know how e, finanziariamente, anche attraverso l’alienazione di parte del suo patrimonio
immobiliare (gli edifici di Albaro).
Non perdendo mai di vista questo valore comune per il territorio e per l’Ateneo, tutte le nostre
azioni sono state finalizzate a conciliare tre aspetti per noi fondamentali:
1. contribuire a un progetto di sviluppo e innovazione per l’Università, la città e la regione
Liguria
2. verificare il soddisfacimento delle condizioni necessarie affinché il progetto del
trasferimento di Ingegneria a Erzelli si traduca in un miglioramento concreto delle attività
formative e scientifiche della facoltà e quindi dell’intero Ateneo
3. valutare le ricadute che tale operazione avrà sugli equilibri delicatissimi dell’Università.
-
Questa decisione si inserisce, è bene che nessuno di noi lo dimentichi, in un momento di grave crisi
economica che ha un’incidenza particolarmente gravosa sulle finanze dello Stato e quindi di riflesso
sulle Università italiane.
È di questi giorni la notizia di possibili tagli del Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo).
È opportuno ricordare che al momento della firma del primo accordo di programma (4 aprile 2007),
l’Ffo era di circa 190 milioni di euro, oggi siamo su una cifra di 181 milioni. Si tratta di una
riduzione percentuale del 5% circa.
Alla luce di possibili ulteriori tagli il nostro Ffo potrebbe scendere addirittura sino a 165 milioni di
euro.
La quota assegnata dell’Ffo contribuisce a determinare, assieme alle altre entrate:
1. l’equilibrio di bilancio
2. la percentuale di indebitamento (mutui) che l’Università può contrarre. Per gli Atenei
questa cifra non può in alcun caso superare il 15% delle entrate (dl n. 49 del 29 marzo
2012), ma già oltre il 10% è necessario chiedere autorizzazione al Ministero per attivare
nuovi mutui
3. la percentuale di turnover del personale; infatti un’università con un alto indice di spese
per il personale e con un indebitamento maggiore o uguale al 10% può permettersi un
turnover del personale non maggiore delle 10% delle cessazioni.
Appare quindi chiaro che se l’Ffo scende, diminuisce anche la possibilità di contrarre mutui.
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Ma quali sono i margini di azione dell’Università di Genova?
E’necessario
ricordare che l’Ateneo ha l’obbligo di agire per completare i lavori di ristrutturazione dell’Albergo
dei Poveri anche a fronte dei considerevoli investimenti già effettuati. È evidente quindi la necessità
di attivare un mutuo per tale struttura dal 2014. Tutto ciò senza contare che per risparmiare i 630
mila euro/anno per l’affitto degli spazi delle segreterie studenti, come previsto dal piano edilizio,
dovrebbero essere programmati anche i lavori a Palazzo Belimbau loro futura sede.
Ffo costante (senza tagli)
Da quanto sopra riportato appare chiaro che anche in assenza di tagli all’Ffo, l’Università di
Genova è impossibilitata dalla legge a trasferire Ingegneria a Erzelli in assenza di una forma
di finanziamento, per esempio per l’acquisizione dei laboratori, prevalentemente a fondo
perduto. L’operazione poi risulterebbe ancora più difficile in presenza di importanti tagli all’Ffo.
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Di fondamentale importanza, oltre le condizioni economiche, sono inoltre altri due aspetti:
1. la valutazione dell’Agenzia del Territorio per attivare la procedura di vendita degli edifici di
Albaro, che stiamo attendendo a breve
2. i piani degli Enti locali in merito alla logistica, come ha sottolineato anche il Ministro
Profumo, in merito alla logistica.
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È quindi giusto o sbagliato che l’Università di Genova si preoccupi delle ricadute finanziarie che
tale decisione potrà avere sul suo bilancio nel medio e lungo periodo? Stiamo cercando tutti i modi
per scongiurare di trovarci, fra 5 o 10 anni in un’asfissia finanziaria che impedisca di sviluppare
didattica e ricerca, di reclutare nuovo personale. Se questo accadesse verremmo, giustamente,
accusati di aver gestito male la cosa pubblica.
Ho presentato questa situazione alle Istituzioni locali e nazionali e ho trovato in loro una grande
comprensione e tutti assieme stiamo cercando di trovare una soluzione che ci metta nelle condizioni
di andare a Erzelli. Non vi sono avversari o sostenitori; ci accomuna la volontà di fare qualcosa di
importante per il futuro di Genova, del suo Ateneo e dell’intera Liguria
*prof. Giacomo Deferrari
Magnifico Rettore dell’Università di Genova
Politica
"Erzelli, ecco perché andiamo avanti con prudenza"
5 minuti e 4 secondi di lettura
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