Economia

1 minuto e 22 secondi di lettura
La scure di Moody's sull'Italia. Il downgrade del rating sovrano del 13 giugno scorso innesca l'atteso effetto domino. L'agenzia di rating Usa taglia la propria valutazione su 23 enti locali, fra cui 14 Regioni e quattro città capoluogo, su Poste Italiane, Eni, Terna, tre istituzioni finanziarie e 10 banche, fra le quali Unicredit e Intesa Sanpaolo.

"Pressioni al rialzo sul rating potrebbero svilupparsi - sottolinea l'agenzia in una nota - se le banche miglioreranno in modo sostanziale il loro profilo di credito e la loro resistenza. Al ribasso potrebbe pesare una prolungata recessione e un ulteriore downgrade dell'Italia. Il rating è stato tagliato di un gradino per 7 istituzioni e di due per le 6 istituzioni finanziarie restanti".

Unicredit è stata declassata a Baa2 da A3, con prospettive negative. Il rating di Intesa Sanpaolo è stato tagliato a Baa2 da A3. Analoga la valutazione per Banca Imi e Banca Monte Parma, ambedue tagliate a Baa2, così come Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza.

Sforbiciata anche per gli enti locali. Per tutti e 23 le prospettive "restano negative in linea con quelle" dell'Italia. Il rating della provincia autonoma di Bolzano è stato tagliato ad A3 da A1, così come per quella di Trento. Il rating della Lombardia è stato ridotto a Baa1 da A2, con Milano declassata a Baa2 da A3. Il rating del Lazio è stato tagliato a Baa3 da Baa2. Napoli è stata tagliata a Ba1. Giù sono andate le Regioni Lombardia, Lazio, Sicilia, Piemonte, Veneto, Puglia, Calabria, Campania, Liguria, Umbria, Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata, 4 città capoluogo di Provincia (Milano, Napoli, Venezia e Siena), oltre alle due Province autonome.