Cronaca

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A Torino è già partita la sperimentazione. E ha sollevato un mare di polemiche, non solo tra gli schieramenti politici, ma anche tra i medici. Lo stesso potrebbe succedere in Liguria, perché la Regione, sta studiando come venire incontro alle richieste della comunità islamica genovese per fare in modo che gli ospedali pubblici a garantiscano la circoncisione rituale. La religione islamica (così come per gli ebrei) prevede che i bambini vengano sottoposti a questo rito. Ad oggi viene fatto o in clinica (con un costo elevato a carico delle famiglie) oppure (ma nessuno lo conferma) viene improvvisata con metodi e strumenti non sicuri. Di qui la richiesta avanzata qualche giorno fa all’assessore regionale alla sanità Claudio Montaldo che a Primogiornale conferma. “E’ una questione delicata, ma credo sia giusto venire incontro alle richieste”. Per questo Montaldo sta studiando la formula più adatta per fare in modo che nelle strutture pubbliche venga effettuata la circoncisione, probabilmente dietro il pagamento di un ticket ridotto. Anticipando le polemiche di chi lamenterà che la sanità ligure ha già costi elevati, Montaldo spiega: “È un progetto a favore dell'integrazione che incide in misura minima sull'organizzazione dell'ospedale e sulle risorse”. Ma l’attacco politico di fronte a una decisione come questa potrebbe non essere l’unico. A Torino sono stati i medici a contestare la sperimentazione: all’ospedale Regina Margherita su 20 medici, solo 4 hanno aderito. Gli altri si sono appellati all’obiezione di coscienza: “Non è una patologia, ma un rito” hanno detto “quindi non partecipiamo”. Vedremo cosa accadrà in Liguria. Per ora Montaldo sta studiando ancora come procedere. Ma è certo è che la richiesta della comunità islamica genovese sarà accolta; presto, quindi, anche negli ospedali liguri sarà possibili sottoporsi alla circoncisione. (Davide Lentini)