cronaca

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La giunta Doria ha riesumato il progetto del tunnel sotto il porto, già costato ai contribuenti genovesi, vuoi per ideazione, vuoi per gestione della società, una barcata di denari. Al grido di “non si butta via niente”, saggia riflessione, di principio, ma da verificare con le compatibilità del momento, ecco che il sindaco convoca nel suo ufficio i soci della società  e chiede opinioni sul tema.

Forse sarebbe stato più opportuno chiederle prima della riesumazione della salma. Ma pazienza. L’importante è che Regione e Autorità portuale verifichino tutti i problemi, li confrontino con altri progetti, ma soprattutto facciano un serio esame di fattibilità tenendo conto dell’esistente e dei tempi.

Entrata e uscita del tunnel sono la questione più delicata. Si innestano in due aree delicatissime per la fitta presenza di attività industriali e portuali e per la concomitanza di snodi di traffico essenziali: autostrada, sopraelevata, corso Saffi, Fiera del mare. Senza contare l’importante progetto dei Garrone per il nuovo stadio.

La riesumazione, accompagnata dalla realizzazione della nuova strada a mare non vorremmo che diventassero un alibi per accantonare il progetto della gronda autostradale. Gli operatori portuali, allarmati dall’idea del tunnel, hanno bene sottolineato che i Tir che entrano ed escono dallo scalo non possono ingolfare questa direttrice, né certamente finire sulla sopraelevata o peggio in corso Saffi.

L’opinione dell’Autorità portuale, che dovrebbe essere la vera regista di una iniziativa del genere, diventa indispensabile. Se è d’accordo oltre alla riesumazione si passi alla rianimazione, altrimenti si richiuda il tunnel nella cassa e lo si lasci riposare in pace.