Si apre una settimana di trattative sul fronte lavoro in Liguria e, in modo particolare a Genova, dove la crisi ha colpito tutti settori. Mentre la questione dell’accordo sulla flessibilità dei lavoratori per lo stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente attende l’incontro di venerdì 5 aprile, nella sede di Confindustria, tra sindacati e azienda, martedì 2 si incontrano i lavoratori del teatro Carlo Felice che, dopo aver proclamato nei giorni scorsi lo stato di agitazione, accusano i vertici del teatro lirico di mancanza di trasparenza e inosservanza delle leggi, oltre all’incapacità di sviluppare strategie lungimiranti.
I sindacati, da Cgil Cisl, Uil, Cisal a Snater e Libersind contestano lo sperpero dei 9 milioni di euro risparmiati in due anni di contratti di solidarietà e un pareggio di bilancio, richiesto dalla legge, che sarà ricavato da un ridimensionamento dei costi del lavoro per il quale si apriranno nei prossimi giorni tavoli di contrattazione con le forze sindacali. Il bilancio di previsione del 2013 valuta un taglio di 3,5 milioni di euro al costo del lavoro.
Le cose non vanno meglio alla Fiera del mare di Genova dove sono stati annunciati 30 esuberi e quelle che dovevano essere “ricollocazioni temporanee” nelle aziende partecipate, sono diventate prima “work experience” e infine, di fatto, licenziamenti: il 20% difficilmente ricollocabile. Anche in questo caso i lavoratori incontreranno Cisl e Uil nonostante la comunicazione non sia ancora ufficiale in quanto le organizzazioni sindacali interne non sono state informate, ma i 56 lavoratori sì. L’azienda sarà divisa in due: una parte continuerà a occuparsi dell’attività fieristica, l’altra diventerà un’immobiliare che metterà a reddito le aree che saranno dismesse. Gelo da parte dei vertici della Fiera. I soci, che sono Comune azionista di riferimento con il 32%, Regione 27%, Camera di Commercio 17% e Autorità portuale 2% non si pronunciano. Tranne Tursi che, attraverso una nota, parla dei licenziamenti come di una “decisione necessaria ma dolorosa”.
Non è finita. Anche un mito dell’azienda dolciaria genovese come Panarello a causa del calo dei consumi vede 18 dipendenti del reparto produttivo in cassa integrazione e i lavoratori chiedono venga presentato un piano industriale.
Restano poi aperte le vecchie questioni su Genova: l’infinita vertenza Amt, i 2 milioni e mezzo che la Provincia deve trovare in settimana per salvare gli autobus Atp, il terzo valico che vede il 9 aprile un incontro tra Regione e Cociv dopo che il presidente Burlando ha detto pubblicamente che nei cantieri dell’opera dovranno lavorare anche disoccupati dell’edilizia ligure. Mentre Meterogenova ha tagliato altri 5 lavoratori, passati da 48 a 12 con l’esaurirsi dei lavori della metropolitana. E da questo mese anche una dozzina di macchinisti Serafer, società controllata del gruppo Fs, non avranno più lavoro in Liguria per la mancanza di commesse
.(Anna Chieregato)
Economia
Crisi, settimana di trattative per Fincantieri, Carlo Felice, Fiera e Terzo Valico
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