politica

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Caro Direttore,


dopo due articoli, non esattamente benevoli verso il PD genovese, ho pensato bene, pur nella concitazione degli ultimi giorni pre festa, di fornire qualche spunto di riflessione nella speranza di modificare i suoi convincimenti, ammesso che non siano già saliti al rango di pregiudizi, approfittando dell'occasione per fare ulteriore chiarezza su alcune nostre posizioni.


Fa bene a iniziare il suo ragionamento dalle primarie genovesi.


Risale a quel momento, compreso tra le primarie e le elezioni comunali,  un apparente paradosso: alle primarie il PD registra quella che a tutti gli effetti fu una sconfitta politica (perdono entrambe le nostre candidate, prevale una diversa linea politica,  non si risolvono in quella fase nodi strategici che ci ritroviamo di fronte oggi) e tuttavia alle successive elezioni Doria e il centrosinistra vincono con l 'apporto decisivo del PD (dei suoi elettori, dei suoi militanti e delle sue idee), che pur ammaccato, rimane la prima forza della maggioranza e della città.
 
Da qui discende un doppio registro per il nostro profilo politico: lealtà nei confronti di Doria per onorare fino in fondo l'esito delle primarie e rispettare (cosa per noi fondamentale) il patto stretto con gli elettori e, nello stesso tempo,  la necessità di difendere apertamente e con determinazione le nostre idee, non tanto e non solo per far emergere la nostra soggettività politica, ma soprattutto per garantire quelle scelte, talvolta impopolari, necessarie per dare a Genova prospettive di crescita oltre la crisi.


Un equilibrio dinamico tra due posizioni (lealtà e autonomia politica), che talvolta ci ha portato critiche di segno opposto (troppo arrendevoli o per alcuni fin troppo aggressivi).


Abbiamo tenuto questo equilibrio?


Io credo di sì.


Difficilmente si potrà trovare (e comunque sollecitiamo a fare questa verifica) una forza della maggioranza più leale di noi nell'esercizio del voto sulle pratiche consiliari (l'unico dato certo in un mare di parole), più leali e continui nel sostegno all'amministrazione anche della stessa lista che porta il nome di Doria, come ha confermato il voto compatto anche nell'ultimo bilancio comunale.


D'altra parte quando c'è stato da fare battaglia politica in maggioranza e anche in consiglio su temi strategici per Genova non abbiamo mancato di far sentire la nostra voce in modo anche molto determinato.


Alcuni esempi?


E' stato così sulla Gronda e le grandi infrastrutture e posso tranquillamente dire, senza timore di smentita, che se oggi, a valle della VIA nazionale positiva, si può ragionare di come farla e non del “se” farla e soprattutto se quel progetto non è finito in un cassetto questo si deve esclusivamente alla tenacia dei nostri amministratori.


Potrei ricordare la nostra battaglia su Iren per garantire non solo uno statuto moderno ma soprattutto l'autonomia e la forza del presidio industriale di questa fondamentale società nel territorio genovese (battaglia questa che dovrà proseguire anche nei prossimi mesi).


Pur  in una situazione di aumento della pressione fiscale locale (dovuta ai tagli decisi a Roma dai governi Berlusconi e Monti) se i genovesi pagheranno sette milioni in meno di Imu sulla prima casa e non avranno un ulteriore aumento di un punto per mille sui canoni d'affitto agevolati questo è grazie all'iniziativa del gruppo consiliare del PD, che già l'anno scorso si era reso protagonista di una battaglia tesa a temperare la mancanza di progressività dell'Imu con l'introduzione di agevolazioni per le fasce deboli e le attività produttive.


Se a settembre finalmente si attiverà un tavolo con il terzo settore per una riforma sostenibile del welfare municipale per provare a ridefinire le priorità in base ai bisogni e per spostare i pesi dalla spesa corrente ad una politica di sostegno agli investimenti del privato sociale, uscendo dall'idea che siccome la spesa sociale è immodificabile o si aumentano le tasse all'infinito o si fanno tagli orizzontali senza alcuna reale riorganizzazione, questo si deve ad una nostra puntuale iniziativa che va avanti ininterrottamente da almeno un anno con proposte molto precise.


Non le sarà sfuggita poi la nostra posizione sulle partecipate e sulla necessità di una loro complessiva riorganizzazione che tante polemiche, spesso pretestuose e ideologiche, ha prodotto nelle settimane scorse.


Ecco su questo tema, che noi consideriamo fondamentale, per garantire sviluppo e investimenti per le partecipate e una migliore sostenibilità del bilancio comunale, ci piacerebbe che un network serio come il vostro aprisse un dibattito vero facendo emergere anche la vostra opinione.


Si tratta di un tema importante infatti che incrocia il rapporto tra pubblico e privato, il senso del servizio pubblico nelle attuali condizioni di finanza locale, il contributo alla crescita che tali aziende e il bilancio comunale possono dare, e ora danno in minima parte, la possibilità di promuovere una politica di investimenti oggi del tutto assente.


Vuol dire dibattere se accanto alla sinistra del tassa e taglia ci può essere una sinistra più moderna che cerca di contenere la pressione fiscale, riorganizza e si pone il problema di un contribuito alla crescita senza arrendersi all'impotenza e alle sole lamentazioni.


Infine direttore la invito a venire alla nostra festa nazionale e provinciale.


Lì vedrà un grande popolo di militanti, più di un migliaio, che sono la risorsa vera del PD, assisterà, come fa tutti gli anni, ai nostri dibattiti nazionali e locali, darà un'occhiata alle nostre mostre, ai nostri spettacoli e, se vorrà, verrà a mangiare ai nostri ristoranti. E' un miracolo di lavoro volontario che si compie tutti gli anni e che si svolgerà nella sua veste nazionale, per la seconda volta in quattro anni, anche quest'anno, nonostante i mille problemi nostri e del fragilissimo scenario politico italiano.


Quello è il nostro grande cuore pulsante, quello di un soggetto politico che non è la somma di qualche singola personalità che ogni tanto fa una comparsata sui media, ma una grande comunità di cittadini. Purtroppo l'unica rimasta e questo certo non aiuta la buona politica.


Dopo essere venuto alla festa mi dirà se quello le sembra un partito che non c'è, oppure una forza politica che pur tra mille limiti, errori e difficoltà cerca di essere all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte e di dare risposte, anche in chiave locale, ai tanti problemi di questi tormentati giorni. Discutiamo apertamente di queste risposte e vediamo quali sono le reali alternative. Noi non ci tireremo certo indietro.



Con immutata stima
 
Giovanni Lunardon
*segretario del Pd-Genova