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Dal 30 agosto al 9 settembre Genova capitale nazionale della politica con la Festa Democratica nazionale. Ad aprire i lavori, come anticipato nelle scorse settimane, sarà il presidente del Consiglio Enrico Letta, ma non mancheranno altri big di partito (dal segretario Guglielmo Epifani, già presente all'inaugurazione della festa, Matteo Renzi, domenica 1° settembre, e poi Pierluigi Bersani martedì 3 settembre).

Una festa che arriva mentre non mancano le incertezze sul futuro del Governo, e con il Congresso Pd che si avvicina: "Certamente non è un momento semplice per l’Italia e per la maggioranza - dice Davide Zoggia, responsabile nazionale organizzativo del Pd - ma nutriamo molta fiducia sull’operato del governo Letta. Sarà un modo per approfondire il lavoro dell’esecutivo, e anche la presenza di importanti ministri del Pdl sarà l’occasione per approfondire temi succosi".

Sarà una festa low cost, rispetto agli anni scorsi, complice la riduzione dei finanziamenti ai partiti. "Già anche quest’anno il budget si è ridotto: è anche un segno di attenzione verso i cittadini", dice Zoggia, che poi lancia una stoccata al Pdl sul voto sul decadimento di Silvio Berlusconi: "La Costituzione viene prima di tutti, non potremmo nemmeno presentarci di fronte ai nostri militanti se non ci comportassimo così: è un elemento di responsabilità e forza".

"Sono giorni difficili e delicati per il Paese e per il governo: ci incontriamo con la consapevolezza di essere l’unico partito rimasto in campo", dice invece Giovanni Lunardon, segretario provinciale genovese del partito. Prima Letta, poi Renzi: sarà una prova generale di congresso? "Il congresso lo faremo dopo la festa. Sarà un’anteprima del congresso, visto che di qui partiranno tutti i leader nazionali. Aspettiamo Letta con grande attesa, vogliamo stringerci a lui in un momento delicato", dice Lunardon.