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Il governo starebbe pensando di rinunciare allo stop dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22% e di consentire il passaggio alla nuova aliquota già dal primo ottobre.

La decisione sarebbe maturata ieri al termine degli incontri tra il premier Enrico Letta, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e il commissario europeo Olli Rhen giunto in Italia per un'audizione parlamentare. Le teorie economiche europee, rimarcate ieri dal commissario, invitano gli Stati membri a spostare la tassazione dal lavoro e dalla produzione al patrimonio e ai consumi per rilanciare la crescita

E già forte è stata ieri la critica di Rehn al decreto per l'abolizione dell'Imu sulla prima casa. Così il governo, con la pressione dell'Ue sul collo, starebbe valutando l'idea di aumentare l'Iva, risparmiando 1 miliardo per il rinvio fino a dicembre e altri 4 miliardi per il 2014. 

Secondo il Pdl è la bocciatura dell'Imu  e "suscita preoccupazione in Europa perché va nella direzione opposta alle nostre raccomandazioni" .
 
Letta smentisca l'aumento dell'Iva e "onori" gli impegni presi nell'atto di nascita del Governo: è quanto chiede Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl.

"È ora di finirla con i caporali di giornata come questo Rehn - ha affermato sdegnato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri - è la gente come lui che ha distrutto l'Europa, burocrati ottusi che uccidono i popoli a causa di politiche economiche fallimentari, è una persona sgradita, prenda l'aereo e torni a casa"
 
Il Movimento 5 Stelle, con Paola Carinelli, si è limitato a sottolineare "l'ingerenza di Rhen che viene a parlarci di stabilità in un momento così delicato".

Ringraziamenti invece "per la sua lucida analisi» da parte del presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia. L'ex premier Mario Monti si è sentito in dovere di telefonare personalmente a Rhen per esprimergli «rispetto e solidarietà" anche a nome di Scelta Civica per le espressioni incivili di cui è stato oggetto.

Anche Luca Cordero di Montezemolo, tirato indirettamente in ballo grazie al paragone con la Ferrari, risponde al commissario europeo riconoscendo che "L'Italia, come la Ferrari, è un Paese forte e competitivo» ma subito dopo aggiunge: «Visto che è l'Europa a dettare le regole non deve coltivare il mito del rigore quando è fine a se stesso, perché di troppo rigore si muore come hanno ben capito tra gli altri Giappone e Stati Uniti".