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Non si possono ignorare le ragioni di chi sostiene che sia stato folle organizzare negli stessi giorni i due principali eventi legati all'economia del mare della Liguria (salone nautico a Genova e festa della marineria alla Spezia) come avvenuto quest'anno.

E' però vero che l'idea di organizzare le due manifestazioni nella stessa settimana poteva essere (o apparire) una scelta vincente. Immaginiamo un'operazione di marketing finalizzata a "riempire" le strutture ricettive di mezza Liguria, pacchetti turistici che prevedevano di partecipare ai due appuntamenti, il lancio della settimana del mare in Liguria.

Purtroppo tutto questo non e' avvenuto, anzi. Genova e La Spezia hanno litigato, difendendo le rispettive ragioni (la settimana del nautico e' sempre stata la prima di ottobre; la marineria ospitava le tall ship, evento internazionale la cui data non era possibile trattare). Amministratori e manager hanno cosi' organizzato due eventi piacevoli, apprezzati, applauditi, che hanno portato tanti visitatori.

Ma ancora una volta ne è emersa l'immagine di una Liguria divisa, dove prevalgono egoismi, scontri e tensioni. Probabilmente le responsabilità di questa paradossale situazione possono essere equamente condivise, ma questa vicenda, che nei fatti si è alla fine conclusa bene perché da una parte e dall'altra si è registrato un successo, per Genova dev'essere lo spunto di una riflessione approfondita. Partendo dalla considerazione che l'equilibrio del potere politico ed economico si sta sbilanciando sempre di più verso levante.

La fuga di Malacalza dimenticato da Genova e accolto alla Spezia con i suoi superconduttori e le crociere che il porto guidato da Forcieri sta soffiando ai suoi concorrenti sono capitoli gia' chiusi. Dopo la visita del Ministro Mauro, alla Spezia si torna a ragionare concretamente su aree e strutture militari che possono essere aperte alla città: se questo dovesse accadere, per Fincantieri, per gli operatori della nautica, ma anche del porto mercantile, si aprirebbero scenari che a Genova non esistono.

E in questo quadro il sindaco spezzino Federici, criticando il mancato dialogo tra le due realtà, ora ipotizza di nuovo un controsalone che, davvero, potrebbe fare concorrenza a quello della Fiera di Genova.

E non e' tutto, guardiamo la classe dirigente: c'e' un ministro spezzino, Orlando, nessuno genovese. Sono spezzini i presidenti dei due porti in questione: Merlo e Forcieri. Nella giunta regionale gli assessori più forti vengono da levante. E tra le candidature alla successione di Burlando, quella della spezzina Paita e' stata accreditata dallo stesso governatore in carica.

Genova sta perdendo peso in Liguria e per contrastare la concorrenza che arriva da levante, per ora, si e' limitata ad ostacolare progetti ambiziosi come quello dell'Accademia dell'ingegneria nautica e navale che La Spezia stava portando a casa.

Un'altra singolare strategia che alcuni genovesi stanno elaborando e' legata proprio al dopo-Burlando: quella di una alleanza con Savona dove il sindaco Berruti aspetta alla finestra, gia' parla da candidato e da simbolo del rinnovamento. A meno che altri genovesi, alla fine, non tarpino le ali pure a lui.