cronaca

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Dopo le prime scarcerazioni di detenuti dalle case circondariali genovesi per via del decreto "svuota-carceri" arriva una dura critica al provvedimento da parte del Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
 


In particolare viene fatto osservare come «nonostante tre provvedimenti legislativi mirati oggi il numero dei detenuti presenti in Liguria sia più alto rispetto al 2010». «Ogni tanto - spiega Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto - si varano provvedimenti che impropriamente si definiscono svuota-carceri ma la realtà è che la situazione di affollamento dei penitenziari è sempre drammaticamente grave, a tutto danno del lavoro dei poliziotti penitenziari che in Liguria sono circa 400 meno rispetto al previsto». Il Sappe prova anche a delineare quale può essere il futuro della detenzione in Italia: «Quello che serve - sottolinea il segretario -sono vere riforme strutturali sull'esecuzione della pena: lavoro in carcere per i detenuti, espulsioni degli stranieri, detenzione in comunità per i tossicodipendenti ed alcool dipendenti che hanno commesso reato in relazione al loro stato di dipendenza. La realtà oggettiva è che le carceri restano invivibili, per chi è detenuto e per chi ci lavora. Non si può pensare, come invece ha fatto l'Amministrazione Penitenziaria, che per migliorare la vivibilità in carcere basta consentire loro unicamente di girare liberi nel carcere perché al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa».