"Per il governo sarebbe meglio esaminare prima la riforma della legge elettorale e poi quella del Senato ma a decidere il calendario dei lavori sarà la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, siamo rispettosi del Parlamento".Così la ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, lasciando l'aula della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama dove ha illustrato il progetto di riforme costituzionali ha risposto ai giornalisti a proposito delle priorità del governo.
L’affermazione del ministro rappresenta una improvvisa giravolta rispetto al calendario che lo stesso Premier sembrava aver imposto nei giorni scorsi con la brusca accelerazione sulla riforma del Senato. A far rivedere le posizioni sono probabilmente state le fortissime resistenze che Renzi ha incontrato all’interno del Pd sul nuovo assetto di Palazzo Madama. Questa circostanza sembrerebbe aver indotto il Primo Ministro a ritenere che non c’è alcuna certezza che al riforma del Senato così come impostata dalla proposta del Governo possa ottenere il via libera dei senatori, tanto più che a Palazzo Madama i numeri sono risicati. Nella mente del Capo dell’esecutivo, quindi, e la dichiarazione del ministro Boschi ne è la cartina di tornasole, sembra essersi riaffacciata con più forza l’ipotesi di andare al voto in autunno.
Un’opzione questa che Renzi accarezzerà con più concretezza se l’esito delle Europee dovesse essere quello da lui auspicato, con un largo successo del Pd che si tradurrebbe, nei fatti, in un suo successo personale. Ma per poter andare alle urne in autunno, e usare questa eventualità come una clava nei confronti dei senatori recalcitranti sulla riforma, ha bisogno che sia stata approvata una legge elettorale diversa dal vituperato Porcellum.
Questo disegno, che per ora rimane sullo sfondo è tuttavia avvalorato anche dalle parole concilianti pronunciate dal Ministro Boschi. Che poi ha aggiunto: “il disegno di legge di riforma è già stato approvato dal Consiglio dei ministri dove ci sono tre leader della maggioranza", mentre su Fi la ministra ha ricordato che "anche Berlusconi ieri ha ribadito il suo impegno sulle riforme".
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Giravolta del governo: "Prima l'Italicum poi la riforma del Senato"
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