
Il pm Franco Cozzi aveva chiesto 12 anni. Zambito, difeso dagli avvocati Fabio Maggiorelli e Maurizio Tonnarelli, era imputato di danneggiamento aggravato e detenzione e porto, nella sua qualità di mandante, di materiale esplosivo. I giudici hanno derubricato il reato di accensione di sostanze esplodenti con il fine di incutere pubblico timore ritenendo che si è trattato di un atto rivolto timore solo alla famiglia che ha subito l'attentato e, quindi, comporta una contravvenzione. I giudici hanno disposto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e lo hanno condannato a pagare una provvisionale di 60 mila euro complessiva alla parte civile (marito, moglie e figli minori rappresentati dall'avvocato Angelo Paone). Secondo l'accusa il movente dell'attentato sarebbe stato un rancore personale fra Zambito e l'ispettore. "E' stata una sentenza rigorosa - ha commentato il pm Cozzi - perché è stato un processo impegnativo e completa l'accertamento su questo gravissimo fatto intimidatorio". Altri due imputati Andrea Berardi, 53 anni e Alessandro Grondona, 36 anni che, secondo l'accusa, avrebbero concorso nell'attentato incendiario, sono già stati condannati con rito abbreviato a 4 anni e 6 mesi il primo e a tre anni il secondo. In luglio riprenderà il processo d'appello a loro carico. Dopo la sentenza di condanna nei confronti di Pasquale Zambito i suoi difensori, avvocati Maurizio Tonnarelli e Fabio Maggiorelli, a proposito dell'accusa contestata al loro cliente di accensione di sostanze esplodenti con il fine di incutere pubblico timore hanno commentato: "E' stata accolta la tesi che abbiamo sostenuto. Infatti è stato escluso il dolo specifico della volontà di provocare pubblico timore e, quindi, il nostro cliente è stato condannato per il reato contravvenzionale di aver fatto esplodere un fuoco artificiale".
IL COMMENTO
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