Cronaca

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Muore a 56 anni a causa dell'amianto e la Corte di Appello di Genova condanna l'azienda al risarcimento dei danni dando, così, ragione alla famiglia del dipendente genovese deceduto nel 1996. E' la prima sentenza in ambito regionale, dove è stato il datore di lavoro a dover dimostrare che aveva adottato tutte le misure necessarie ad evitare i rischi connessi all'attivita' professionale e non il lavoratore a dover dimostrare che la mortale malattia (Mesotelioma pleurico) era stata scatenata dalla polvere di amianto. Dopo quasi sette anni dalla causa civile, quindi, la prima sezione della Corte di Appello di Genova presieduta da Vincenzo Ferro (Massimo D'Arienzo e Loris Piozzi consiglieri) ha obbligato (con sentenza numero 1255) la ditta IAM Rinaldo Piaggio S.p.A. a risarcire il danno biologico e morale ammettendo i familiari al passivo della procedura di amministrazione straordinaria della IAM (Industrie Aeronautiche e Meccaniche Rinaldo Piaggio). La famiglia dell'operaio deceduto, secondo le tabelle risarcitorie ha chiesto un milione di euro: la Corte di Appello, pero', ha nominato un consulente per stabilire il giusto risarcimento anche se alla moglie e al figlio spetteranno, comunque, 310 mila euro.
L'operario deceduto aveva inziato a lavorare nel 1962 come manovale nei reparti della IAM Piaggio adibiti alla costruzione e riparazione delle carrozze Fs. Poi era stato trasferito in un reparto di verniciatura dove l'amianto veniva utilizzato, allora, come unico isolante per i tetti delle carrozze ferroviarie.