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È uno sprint finale dall’esito tutt’altro che scontato quello che il decreto lavoro si prepara a compiere nel suo passaggio alla Camera, dove il testo arriva oggi, e poi al Senato. Sul provvedimento di rilancio dell’occupazione, la scorsa settimana, nel pieno delle discussioni sugli 80 euro, è passata quasi in secondo piano la frattura profonda registrata all’interno della maggioranza, con Ncd e Scelta Civica che non hanno dato il proprio voto al testo licenziato dalla commissione, promettendo battaglia in vista dell’approdo in aula.

Minacce che potrebbero spingere il governo – se necessario - a porre la questione di fiducia per blindare il testo. "Credo che l'esame svolto dalla Commissione Lavoro della Camera, pur apportando alcune modifiche al testo, si sia concluso senza stravolgerlo e rispettandone i contenuti fondamentali”, aveva provato a rassicurare il ministro Poletti. Ma il rischio, più che alla Camera, è in vista del passaggio successivo in Senato, dove la maggioranza ha numeri molto più risicati.